Retromarcia Honda. La Casa dell’Ala dorata ha reso noto, per bocca del team principal HRC Livio Suppo, che non renderà pubblici i dati telemetrici della moto di Marquez, smentendo di fatto la notizia riportata ieri dal sito GPone.com e le parole del vice-presidente HRC Nakamoto. Il quale – lo ricordiamo – pochi giorni fa dichiarò che la telemetria della Honda n°93 rilevasse un colpo alla leva del freno anteriore dovuto, nelle convinzioni dei giapponesi, al calcio di Rossi.

Dichiarazioni che, sempre stando al virgolettato di Nakamoto, erano tese a “parlare dei fatti, non delle ipotesi”, benché nessuna telemetria - questo è un fatto - possa svelare la certezza (men che meno l’intenzionalità) del calcio, se non attraverso un’interpretazione, appunto, dei picchi di pressione nel circuito frenante e della loro durata. Che non distinguerebbe comunque - va aggiunto - un calcio volontario da un urto più o meno accidentale.

Questo è un GP speciale, c’è una grande tensione, non vogliamo crearne altra. – ha dichiarato Suppo - Questo deve essere un fine settimana di sport: la Honda, purtroppo, non è coinvolta nella lotta per il titolo, ma abbiamo vinto le ultime tre gare e sogniamo di fare qui primo e secondo per stare fuori dalla lotta tra i due piloti Yamaha, alla quale facciamo i complimenti per la grande stagione che stanno disputando”.

Abbiamo deciso questa mattina – ha proseguito Suppo - che non avremmo comunicato i dati: ci scusiamo, ma speriamo che venga apprezzata l’intenzione di non creare ulteriore tensione in un momento piuttosto delicato. Questo non significa che non mostreremo mai i dati: lo faremo quando lo riterremo opportuno, ma non in questo fine settimana. Rimane il fatto che Marquez, accusato di aver favorito Lorenzo, a Phillip Island ha vinto:Marc è un pilota aggressivo, ma un ragazzo leale e abbiamo ritenuto giusto difenderlo con il comunicato stampa di lunedì”.

Un dietrofront motivato dall’intenzione di non gettare ulteriore benzina sul fuoco che contraddice comunque la presa di posizione di Nakamoto (e di Honda stessa), cui era seguita l’immediata replica di Yamaha a difesa di Rossi. In un clima avvelenato, in cui le parti coinvolte – chi più chi meno - soffiano sul fuoco della polemica tutelando i propri interessi salvo invocare buon senso e moderatezza a incendio già divampato.

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