Reduce da una stagione difficile, non vede l'ora di ricominciare per mostrare le sue capacità: Stefan Bradl ha chiuso il 2015 al diciottesimo posto in classifica iridata con appena 17 punti, un po' al di sotto anche delle aspettative dello stesso pilota, ma sono state tante le problematiche affrontate durante l'anno. Il più importante è stato il cambiamento di team a stagione in corso: dopo l'arresto di Giovanni Cuzari, titolare del team Forward Yamaha, Bradl ha deciso di cambiare aria ed è approdato nel team Aprilia al posto di Marco Melandri. Il feeling con la moto era nettamente migliore, cosa che gli ha permesso di qualificarsi quasi sempre davanti al compagno di squadra, ma in gara i problemi sono stati maggiori. Ora gli errori sono stati analizzati e Bradl si aspetta di voltare pagina.

In un'intervista rilasciata a speedweek.com e gentilmente tradotta da Eugenia De Remigis, Stefan Bradl ha fatto un bilancio della stagione trascorsa, parlando di quanto accaduto con il suo ex team e dell'entusiasmo trovato nella squadra di Noale. Ma ora è tempo di pausa e bisogna concentrarsi sugli allenamenti: “Devo preoccuparmi di recuperare la mia forma fisica ideale. Quando sono arrivato in Aprilia la scorsa estate, ero rimasto fermo quasi tre o quattro settimane a causa della frattura dello scafoide ad Assen. Poi Cuzari, il titolare del Forward, è stato incarcerato, e ci sono volute quasi tre settimane di negoziazioni per ottenere il placet [per l’annullamento del contratto annuale con Forward, N.d.T]. La mia mano era ancora provata quando ho corso per la prima volta ad Indy con l’Aprilia, ma non volevo attendere fino a Brno per iniziare ad adattarmi alla moto. Anche in Repubblica Ceca avevo ancora dolori alla mano destra a causa dell’infortunio. Anche il fatto che la mia motivazione abbia sofferto un po’ con il Forward ha avuto una certa influenza sulla mia forma fisica non perfetta, perché mi sono accorto che il team non stava dando il 100%. In ogni caso, lo scorso inverno mi ero preparato davvero bene per la stagione 2015. Quello era a posto. Nel primo test in Malesia avevo avuto un buon risultato, con l’ottavo posto.

Dopo aver firmato il contratto con l’Aprilia ho iniziato subito ad allenarmi di nuovo duramente, appena la frattura me lo ha permesso” ha continuato poi Bradl. “Il decimo posto in una Malesia bollente ne è già la prova. Inoltre devo trovare una soluzione per fare tempi migliori quando le gomme posteriori iniziano a cedere. Devo adattarmi meglio alle situazioni che cambiano, che si tratti di pioggia o checchessia: quando le condizioni della pista cambiano non posso nascondere la testa nella sabbia e fare solo lo stretto indispensabile, ma devo arrangiarmi e adattarmi velocemente alle circostanze. Questo mi è risultato più difficile rispetto ad altri piloti, forse anche a causa della forma fisica: a volte verso fine gara non avevo più abbastanza forza per preoccuparmi di cambiare il mio stile di guida o scegliere un’altra linea. Oltre a questo, ora nei prossimi test invernali proveremo di nuovo dei long run e inizieremo prima possibile con le simulazioni di gara. Dobbiamo montare gomme usate e poi confrontare i tempi con quelli con le gomme nuove, in modo da risolvere in modo accettabile il problema della performance di gara.

L'obiettivo è uno solo: operare un netto miglioramento per quanto riguarda le sue prestazioni, soprattutto in gara. “Non sono il tipo di persona che cerca le colpe solo negli altri quando i risultati sperati non arrivano. Nel 2015 ci sono stati dei deficit fisici: non ero fisicamente nella migliore condizione, specialmente dopo la frattura dello scafoide a metà stagione. Durante la stagione poi non c’è stato più tempo per cambiare e migliorare di molto la mia condizione fisica. Oltretutto in estate non ho potuto fare quasi niente per quattro settimane a causa dell’infortunio. Sono convinto però di potermi rimettere al passo adesso, durante l’inverno.” Una delle sue attività sarà sicuramente fare pratica sulle moto fuori dalle piste: “Ho messo in agenda più motocross. Ai tempi della LCR a volte mi sono allenato in Francia con Yves Demaria ed in Spagna con Carlos Checa. Già per le prossime settimane ho progettato qualcosa. Anche Sete Gibernau mi ha invitato. In ogni caso, non mi ci è mai voluto tanto per riabituarmi alla moto, ma questo ora potrebbe cambiare: nessuno sa di preciso come si comporteranno le Michelin. Nessuno finora ci ha mai corso e avremo condizioni totalmente diverse rispetto alle Bridgestone.

Per Stefan Bradl, approdato in MotoGP nel 2012 da Campione del Mondo della categoria Moto2, la situazione si è fatta via via più complessa man mano che le prestazioni delle moto e dei rivali miglioravano. “Il 2012 è stato per me l’anno più facile per quanto riguarda il numero degli avversari” dichiara il tedesco a tal proposito, “Anno dopo anno la concorrenza si è fatta sempre più alla pari, dura e competitiva, e con Suzuki ed Aprilia ci sono due case ufficiali in più. La Ducati schiererà già nel 2016 otto prototipi e rispetto al 2012 si è migliorata fortemente.” “Inoltre ora decadranno la classe Open e tutti i suoi vantaggi” ha poi continuato. “Grazie alla centralina unica, per la prima volta obbligatoria per tutti, l’abilità del pilota e l’intensità dell’allenamento tornano ad essere di primo piano, perciò i miei punti deboli della seconda metà della stagione 2015 saranno ancora più evidenti di prima. Per questo ora mi sto preoccupando di capire dove posso praticare supermoto e di trovare dei compagni di allenamento. Forse a gennaio mi unirò a Philipp Öttl, se andrà di nuovo ad Ottobiano [dove il tedesco della Moto3 ha praticato Supermoto e Motocross a metà dicembre, N.d.T.], poi forse di nuovo a febbraio tra i due test oltreoceano. Purtroppo a dicembre sono dovuto rimanere fermo per più di due settimane a causa di una tonsillite. Ora sto meglio e posso tornare ad allenarmi come si deve.”