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Valentino, stai sereno...

Scivolato in classifica a -33 da Marquez e -12 da Lorenzo, d'ora in poi VR46 non potrà più sbagliare. Premessa necessaria: accantonare la tensione e tornare a divertirsi in sella.

Valentino, stai sereno...
Valentino Rossi ko al terzo giro del Gp delle Americhe
poto83
Di Luca Foglia

No Valentino, non così, non era il caso né l’ora di stendersi. Il momentum chiedeva altro, una corsa agguerrita e assieme attendista, attaccare sì ma con giudizio. Per un Marquez palesemente fuori dai radar, “rocket man” in terra di astronauti, restavano solide chance di giocarsi il podio con gli altri, a cominciare dal compagno di squadra. 

Quel Lorenzo più terrestre del solito, scottato dalla caduta nel warm up e forse distratto dagli orizzonti rosso Ducati, ora più enormi che mai. Valentino avrebbe dovuto marcarlo a uomo e testarne la tenuta nervosa in attesa del rush finale, gestendo le gomme e lasciando sfogare gli altri, semmai. 

Badare a sopravvivere”, citando la chiosa del sempre lucido Dovi, che sopravvissuto non è agli strike consecutivi di Iannone e Pedrosa; l’istantanea esatta di questo primo assaggio di Mondiale, e di quanto si renderà necessario per non salutare anzitempo i sogni di gloria. 

Lo abbiamo capito: queste Michelin non perdonano ed è un attimo ritrovarsi per terra. Lo ha capito Marquez, che da cicala si è fatto formica (atomica), imparando a dosarsi e ad osare con maggior gradualità, su terreni a sé più affini: 3° in Qatar, 1° in Argentina (2 vittorie su tre partecipazioni), 1° in Texas (4 su 4), dove potrebbe correre anche bendato.

Non lo ha capito Valentino, chiamato a fare di necessità virtù compensando il minor guizzo rispetto ai due spagnoli con una maggiore sagacia tattica. Puntando a galleggiare quando serve e ad aggredire ogni circostanza favorevole, inclusi pioggia, ritiri o cali di forma dei diretti rivali. Come nel 2015. Come nel recente Gp di Argentina, beneficiario fortunoso (ma pronto) della carambola ducatista. Un esercizio di attendismo e perseveranza che non concede margine di errore.

Invece, complice una buchetta texana e la frizione malferma, la sensazione è che il primo a cedere in questa velenosa guerra di logoramento sia stato proprio lui. Vittima di un’inquietudine tangibile nelle parole e nei fatti, minato nell’animo da una pur comprensibile smania di rivalsa, dall’amara percezione dello scippo. 

La strada è ancora lunga e Vale deve anzitutto ritrovare serenità, tornare a divertirsi in sella, vera premessa alle sue straordinarie imprese. E ingrediente essenziale per non cedere alla pressione della rimonta. Questo non era, non è tempo di attizzare il fuoco ma di far legna, ammucchiare podi e punti come provviste ed attendere che la stagione evolva, per affacciarsi alla seconda metà con le carte in regola a piazzare l’unghiata. Per il momento, basta stare lontano dai guai.

Questione, appunto, di sopravvivenza.