Il Gran Premio della Malesia va in archivio con la vittoria di Andrea Dovizioso e conferma quanto di buono dimostrato dalla Ducati durante questa e la precedente stagione, ovvero un processo graduale di crescita delle prestazioni. Gigi Dall’Igna, a capo del progetto Desmosedici GP, può guardare con ottimismo al futuro: con quella di ieri fanno 2 vittorie in stagione dopo che la casella “vittorie” della Rossa di Borgo Panigale era rimasta vuota dal 2010, ovvero dai tempi in cui Stoner riusciva a guidare sopra gli evidenti problemi della moto.

Di quella moto guidata da Stoner è rimasto ben poco oggi, il progetto è cambiato sotto la guida di Dall’Igna, ma ha mantenuto intatta la caratteristica che da sempre contraddistingue la Ducati, cioè la potenza del motore, che su alcune piste (Spielberg su tutte) garantisce una competitività superiore a quella delle altre case. Parlare solo del gran motore sarebbe riduttivo tuttavia, in quanto la Desmosedici GP16 ha anche un’ottima gestione delle gomme, punto di netta rottura col passato, dal momento che era nota negli anni precedenti come una moto che consumava enormemente soprattutto il pneumatico posteriore: quanto appena detto si collega alla risoluzione del problema legato all’erogazione della potenza del motore, un tempo brutale, mentre ora rilasciata in modo più graduale. Sotto l’aspetto della guidabilità sono stati fatti netti passi avanti, la moto curva bene e offre sicuramente un feeling maggiore all’anteriore rispetto al passato, ma i piloti lamentano ancora in alcune occasioni la difficoltà a livello fisico nel guidare, come è stato a Silverstone, dove addirittura Iannone è caduto perché non aveva più forza nelle braccia per tenere la moto.

Il futuro prossimo prevede per il 2017 l’approdo di Jorge Lorenzo in Ducati: è una grande sfida sia per il pilota maiorchino sia per la casa italiana, che insieme formano un binomio dalle grandi aspettative. Lorenzo ha avuto un 2016 non proprio felicissimo, è attualmente 3° in classifica mentre il suo compagno Rossi ha blindato il 2° posto. Lo spagnolo ha sofferto molto le Michelin, con le quali non riesce a trovare la confidenza che invece aveva con le Bridgestone. Dall’altra parte, la casa italiana è chiamata a proseguire il suo processo di crescita per poter fornire al suo nuovo pilota una moto in grado di competere per vincere sempre, non solo in alcune gare come quest’anno. Entrambe le parti hanno il potenziale per fare grandi cose, e i Ducatisti possono guardare con uno spirito positivo al futuro.