Casey Stoner a trecentosessanta gradi. Il pilota australiano, nella seconda parte dell'intervista concessa a Motosport.com, ne ha per tutti partendo dal rendimento della Yamaha nella scorsa stagione: "E' molto difficile da capire, dice l'ex pilota Honda. Guardando dall'esterno, è impossibile dirlo. Maverick ha iniziato l'anno con molta fiducia, dopo essere stato veloce nel pre-campionato. Ma è molto facile perdere la fiducia e la direzione dopo un paio di cadute. E' ancora giovane e non ha molta esperienza in MotoGP. Possono cercare molte scuse sulla moto, ma penso che non sia cambiata così tanto nell'arco della stagione e quando i piloti di Tech 3 hanno usato lo stesso telaio, non hanno riscontrato gli stessi problemi".

Il suo arrivo nella classe regina ha cambiato molto nell'approccio alla guida degli altri piloti, con l'avvento di Marquez è accaduto qualcosa di molto simile anche se Casey non vede una crescita netta in Moto GP: "Tutti dicono da anni che il livello continua a salire, ma per me, essere capace di tornare quattro anni dopo il ritiro e fare dei tempi simili ai migliori...Significa che non io non vedo tutta questa crescita. Penso che siano i trend a cambiare: quando focalizzarsi sulle linee, quando sulla guida e quando sul personaggio. Io correvo contro Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa e sono ancora lì a vincere delle gare e a lottare per il titolo. E' sempre una questione di adattarsi: stile di guida, molto, elettronica ecc...".

Poi un bilancio sulla sua vita attuale con annessi pro e contro che, però, sembrano non esserci per l'australiano: "Non ha più niente a che fare con prima. Parliamo dell'assetto, per esempio. Facciamo la prima uscita, cerchiamo un bilanciamento e se è giusto, teniamo lo stesso per l'intero test. Forse possiamo cambiare l'altezza della moto, ma solo per capire che differenze ci sono. Ma in realtà, non cambiamo il setting. Da quando mi sono ritirato, non ho mai cambiato un set-up per essere più veloce sulla moto. Una volta trovata una buona base, la utilizziamo per fare delle comparazioni".

A chiudere una battuta su Rossi che, con tutta probabilità, rinnoverà il contratto con la Yamaha: "Ognuno è fatto a modo suo. Mick Doohan, per esempio, ha iniziato a vincere dei titoli molto tardi ed ha continuato a farlo anche nella metà dei trenta. Le persone che fanno le gare di Iron Man, che sono tra le più in forma al mondo, solitamente danno il meglio tra i 35 ed i 40 anni. Dire che c'è una fascia d'età per fare certe cose è stupido. Se Valentino ama ancora correre ed è competitivo, non c'è motivo per cui debba ritirarsi. E' ancora una delle opzioni migliori per un team factory e porta un grande valore al campionato".