La Honda è una delle case motociclistiche più importanti nel mondo delle due ruote. La casa giapponese è da sempre una delle più forti del motomondiale, con vittorie e titoli in ogni classe quasi ogni anno. In Superbike però la situazione è differente: la casa giapponese non vince il titolo dal lontano 2007, quando ad imporsi fu James Toseland. Negli ultimi anni invece la casa giapponese è stata spesso battuta da Kawasaki, Ducati e Aprilia. Inoltre al termine dello scorso anno la casa giapponese ha anche perso il main sponsor, PATA, e il giovane e promettente Michael van der Mark, passati entrambi alla Yahama. Ma quando tutto sembrava andare per il peggio, ecco l'arrivo di un altro main sponsor, la Red Bull, segnale che qualcosa sta cambiando e che forse presto il team giapponese potrà inserirsi tra pochi anni nella lotta mondiale, che per il 2017 pare già ristretta a Rea, Sykes, Melandri e Davies.

Red Bull dovunque vada riesce velocemente ad arrivare al vertice, si veda in Moto 3 con il team di Ajo, in F1 con i titoli di Sebastian Vettel, in MXGP con i tanti titoli vinti da Cairoli, nel WRC con Ogier, oppure nel mondo del calcio con il Lipsia che si sta giocando il titolo con il Bayern o con la sponsirazzazione ad atleti del calibro di Lindsey Vonn e Marcel Hirscher nel mondo dello sci. Quindi la decisione di sponsorizzare la Honda per il campionato Superbike fa ben sperare di vedere ben presto una Honda competitiva anche in questo campionato.

La nuova moto è stata presentata oggi a Salisburgo, sede della Red Bull, ed è completamente diversa, a livello estetico, da quella del 2016, visto che sulle carene è ben in mostra il nuovo sponsor. A livello tecnico la moto nei primi test a Jerez e Portimao è sembrata indietro rispetto agli avversari, Kawasaki e Ducati in primis, ma con un ottimo potenziale a disposizione che, a detta degli addetti ai lavori, potrebbe portare la Honda a giocarsi qualche vittoria da metà campionato in poi con il 2018 che dovrebbe essere l'anno buono per potersi finalmente giocare il titolo. Detto già della partenza di van der Mark, i piloti per la nuova stagione saranno l'americano Nicky Hayden, con il campione del mondo MotoGP 2006 al secondo anno nel team e autore dell'unico successo del team giapponese nel 2016, e il tedesco Stephan Bradl, campione del mondo 2011 in Moto 2 e proveniente dall'Aprilia in MotoGP. Due campioni del mondo del motomondiale quindi, uno abbastanza giovane, l'altro esperto: la coppia di piloti della Honda è davvero molto interessante ed è probabilmente tra le migliori del campionato, se non la migliore, oltre al duo Kawasaki.

Nicky Hayden è ben consapevole dei limiti attuali del proprio mezzo e sa che all'inizio la Honda faricherà ma è fiducioso per il futuro, confidando nel suo team e nella sue capacità. “A Jerez e Portimao abbiamo provato una moto assemblata in tutta fretta, i ragazzi del team avevano ricevuto i pezzi solo pochi giorni prima. Per i test di Phillip Island avremo un nuovo motore e dopo la trasferta asiatica ci arriveranno ulteriori aggiornamenti. Per cui sono speranzoso per Aragon. Ci mancano un paio di secondi e da qualche parte li dobbiamo far saltare fuori. L’impressione è positiva. La ciclistica è quasi identica, il motore è molto più potente in basso e ai medi regìmi, questa di per se è una bellissima cosa. Purtroppo siamo un po’ indietro con l’elettronica e non siamo riusciti a capire bene il potenziale. In Australia saremo più a punto e cominceremo a farci un’idea. Sarà un Mondiale tosto. Ci sono tante case e piloti di livello, sarà dura. Ma io sono venuto in Superbike per vincere anche questo titolo. E sono convinto che ce la possiamo fare".

Stephan Bradl invece è pronto alla sua nuova avventura e pone raggiungere il podio come primo obiettivo. “Mi piace la Superbike, è più rilassante rispetto alla MotoGP, perché l’atmosfera è famigliare. Abbiamo svolto i primi test, riscontrando impressioni positive, ma anche alcune cose da migliore. È un’avventura nuova per me, consapevole che non avrò molto tempo da perdere. Come ben sappiamo in SBK ci sono soltanto due turni di prove il venerdì e poi al sabato Superpole e gara, dove bisogna essere pronti. La nuovo moto è senza dubbio molto più potente. Riguardo il telaio è invece difficile fare in confronto, anche se non ho notato grandi differenze. Abbiamo avuto alcuni problemi con il grip al posteriore in queste prime uscite, che dovremo risolvere il prima possibile. Di sicuro in questi test la moto non era al 100%, però dovremo esserlo in Australia. Al momento è importante arrivare vicino al podio, sapendo che non sarà facile visti i tanti avversari. Di certo la nuova Honda ha tutte le carte in regola per dimostrare di essere competitiva. Dovremo lavorare passo dopo passo per raggiungere le prime tre posizioni. Avevo la possibilità di rimanere in MotoGP, c’era l’opportunità con Avintia, ma la proposte non erano interessanti. Vorrei lottare per tornare sul podio e questa squadra mi offre i mezzi per farlo, senza pensare alla top ten come obiettivo principale.  Non sarà semplice, perché avremo tanto lavoro, però sono fiducioso”.