Siamo giunti finalmente al giorno di una delle sfide più attese di quest'edizione della Champions League. Appuntamento all'Allianz Stadium dalle ore 20:45 in poi: la Juventus è pronta a giocarsi le sue carte contro il Real Madrid campione in carica nell'andata dei quarti di finale, prima del ritorno di mercoledì undici. Non era una doppia sfida, ma la mente non può che andare a quella finale di Cardiff di quasi un anno fa, precisamente del tre giugno scorso, in cui i Blancos s'imposero strameritatamente per 4-1. In quella serata, la differenza fra le due squadre nella partita singola fu evidente: adesso viene da chiedersi come sia cambiata effettivamente la situazione. Ammesso che sia cambiata.

Perchè effettivamente i Galacticos sono rimasti quelli. Il Real Madrid in estate non si è concesso grandi botti ed ha principalmente perso delle riserve: Danilo, Pepe, James Rodriguez, Morata. Tutti via all'estero, tutte armi che Zinedine Zidane si è visto tolte e recuperate solo in minima parte grazie ai nuovi innesti provenienti dal settore giovanile (Hakimi, Vallejo, Borja Mayoral). L'undici titolare è rimasto però quello ed i ricambi che possono svoltare una doppia sfida - Asensio su tutti, come mostrato contro il PSG - ci sono ancora. D'altronde è proprio il talento ciò che regge il sistema degli spagnoli: tutto parte da un dominio nella fase di possesso garantito da un centrocampo perfettamente assortito, per poi chiedere molto in fase di rifinitura ai terzini, molto spesso gli autori della giocata vincente negli spazi aperti che Benzema ed Isco (molto spesso proprio per questo preferito a Bale, altro discreto innesto dalla panchina) sanno aprire e in cui Cristiano Ronaldo, chiaramente, non perdona.

Nel 2017-2018 in ogni caso i problemi di questo sistema sono emersi maggiormente, specie nella prima parte dell'annata. L'assenza di Carvajal ed una condizione non eccellente di Marcelo avevano messo in luce quanto i laterali del 4-3-1-2 madrileno finissero per essere isolati troppo spesso. Al contempo, la crisi realizzativa di CR7 e Benzema aveva portato la squadra ad essere una vera e propria macchina di cross inutili, cioè disperati tentativi dei terzini di trovare una delle punte che non andavano quasi mai a segno. Anche in fase difensiva, nelle transizioni negative, qualche debolezza è rimasta: è qui che dovrà infilarsi la Vecchia Signora per poter da un lato ovviamente fare male agli avversari, e dall'altro concedersi occasioni per respirare palla al piede.

Sarà curioso vedere, in questo senso, come Max Allegri guiderà i disimpegni dalla difesa vista la contemporanea assenza di Benatia e soprattutto Pjanic. È probabilmente proprio nella gestione bassa del pallone l'ultimo grande problema rimasto al tecnico toscano nel suo 4-3-3 ideato a dicembre: persi Dani Alves e Bonucci, la qualità tecnica della fase difensiva è scesa non di poco e contro squadre molto intense (Atalanta, Lazio, Tottenham e via dicendo) questo problema è venuto fuori. Lecito dunque attendersi le Merengues che opteranno per un baricentro altissimo per sfruttare al meglio questo problema; bisognerà vedere, una volta risolto il ballottaggio che al momento vede Bentancur favorito su Marchisio, quale meccanismo di uscita del pallone verrà scelto dall'allenatore toscano. Da questo punto passerà gran parte della doppia sfida.

Anche perchè dalla trequarti in su quest'anno la Juventus ha poco da invidiare a quasi tutti i top club europei. Il mercato ha portato in dote Bernardeschi (che oggi sarà assente) e soprattutto Douglas Costa, l'uomo della velocità che ha fatto vedere il suo valore già negli ottavi di finale. Insieme all'attesissimo Paulo Dybala ed al grande ex Gonzalo Higuaìn, il brasiliano forma un tridente che ha tutte le potenzialità per far male in contropiede al Real Madrid. Scavalcata la prima linea del pressing, questo trio dovrà spingere tanto e cercare di trovare il gol, prima allo Stadium e poi ancora di più al Santiago Bernabeu. E poi sono rimaste le vecchie solide certezze, rappresentate dalla monumentale stagione corrente di Giorgio Chiellini, che riguardano una difesa posizionale difficile da rompere, anche se con qualche difficoltà di troppo nella doppia sfida con gli Spurs. Perchè in Europa vince sì chi segna di più, ma anche chi subisce di meno.