Ruud Krol, il difensore "Totale"
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Terzino sinistro, soprattutto terzino sinistro. Ma anche libero, stopper, terzino destro o centrocampista difensivo, a seconda dei casi... Punto fermo dell'Olanda 1974 di Rinus Michels, quella del "Calcio Totale", Ruud Krol ha nella duttilità una delle caratteristiche principali.

 

Un vero e proprio fuoriclasse della difesa. Capacità tecniche ed atletiche, unite ad uno spiccato senso tattico ne fanno uno dei migliori interpreti del ruolo della Storia. In lui sono riassunti i tratti distintivi del prototipo ideale del tipico calciatore olandese degli anni Settanta: ambidestro, fisico possente (184 cm per 80 kg) che gli garantisce una forza impressionata abbinata ad una buona velocità e progressione; forte di testa, difficile da superare nell'uno contro uno e con un sinistro, soprattutto, molto educato.

 

Wim Suurbier è il suo alter-ego sull'out opposto, quello di destra, sia nell'Ajax che in Nazionale. Vengono ben presto soprannominati "Snabbel en Babbel" un affettuoso nomignolo che richiama i disneyani Cip&Ciop, per quanto risulteranno simpatici (ai tifosi oranje) ed al tempo stesso dispettosi (agli avversari, ovviamente..).

 

Il suo mentore invece, è Rinus Michels. Il tecnico olandese lo lancia titolare nel suo Ajax nel 1968, a soli diciannove anni, e lo trasforma anche in un pilastro della nazionale Oranje. Con la maglia dei lancieri disputa 339 partite, mettendo a segno 23 reti, in dodici stagioni, conquistando una sfilza quasi infinita di titoli nazionali ed internazionali.

 

Dopo il primo anno di "praticantato" alle spalle di Theo Van Duveinbode, si impadronisce della fascia sinistra nel 1969, dopo la cessione di quest'ultimo al Feyenoord. A soli vent'anni è titolare inamovibile e centra il double Eredivisie-Coppa d'Olanda al primo colpo. Riesce ad emergere, così giovane, in una squadra fantastica che annovera tra le proprie fila campioni del calibro di Muhren, Cruijff e Neeskens.

 

Un brutto infortunio alla gamba lo toglie di mezzo al momento della finale di Coppa dei Campioni 1971 che l'Ajax vince, battendo 2-0 il Panathinaikos. Il destino però gli restituisce tutto con gli interessi, facendogli alzare da protagonista la Coppa con le orecchie sia l'anno successivo, contro l'Inter, che nel 1973, contro la Juventus.

 

L'Italia è, evidentemente, nel suo destino visto che nel gennaio del 1974 conquista la Supercoppa Europea, battendo il Milan, e chiude un trittico incredibile portandosi a casa anche l'Intercontinentale dopo la vittoria sull'Independiente.

Nel 1974 ha solamente 25 anni quando eredita, da Piet Keizer, la fascia di capitano con la quale conquista altri tre campionati ed una Coppa d'Olanda, entrando di diritto nella Hall of Fame del calcio olandese.

 

Dopo il passaggio intermedio a Vancouver nel 1980, quando disputa parte del campionato nordamericano (NASL), arriva la chiamata del Napoli.

E' Antonio Juliano a portarlo sotto il Vesuvio, versando ben 110 milioni di lire nelle casse dei canadesi. Qualcuno pensa che sia un giocatore finito, lui invece se ne va da "Divino" (questo il soprannome affibiatogli dai sostenitori partenopei), trascinando il Napoli pre-Maradona ad un passo dallo scudetto.

In Italia si reinventa nel ruolo di libero, vivendo una sorta di seconda giovinezza. Lascia il Belpaese dopo quattro stagioni prima di approdare a Cannes, ultima tappa della sua straordinaria carriera.

 

La sua storia con la Nazionale inizia il 5 novembre 1969, a vent'anni appena compiuti, in un match contro l'Inghilterra. Durante i quattordici anni di permanenza in maglia Oranje colleziona 83 presenze, condite da quattro reti, diventando uno dei pilastri di quella che poi sarà ricordata come l'Arancia Meccanica. La squadra plasmata da Rinus Michels, capace di arrivare alla finale mondiale per due volte consecutive.

 

Nel 1974 la nuova Olanda incanta tutti schiantando il Brasile del dopo Pelè in semifinale. Nella gara decisiva all'Olympiastadion di Berlino però, i sogni di gloria si infrangono contro le reti di Breitner e Muller che consegnano la coppa ai padroni di casa.

Quattro anni più tardi Krol è il capitano ed ha traslocato dalla sinistra, al centro della difesa. Stavolta l'epilogo è, se vogliamo, ancora più crudele. Gli olandesi arrivano in finale, sempre contro i padroni di casa, l'Argentina, ma sono i supplementari a spezzare i loro sogni: Kempes Bertoni mettono a segno le reti decisive.

 

In mezzo ai due Mondiali, Krol si toglie la soddisfazione di conquistare anche il bronzo agli Europei di Jugoslavia 1976. La sua carriera si chiude il 16 febbraio 1983, a Siviglia, in una gara valevole per le qualificazioni ad Euro 1984.

 

Anche a livello personale le soddisfazioni non mancano e la più grande, probabilmente, arriva nel 1979 quando si classifica terzo nella corsa al Pallone d'Oro, sopravanzato solamente da Keegan e Rumenigge. Risultato ancora più stupefacente se si pensa che alle sue spalle si piazzano nomi del calibro di Boniek, Breitner, Dalglish, Rep, Platini e Rossi.

 

Difensore completo, forse unico, sicuramente uno dei più completi che ci abbia mai regalato la storia del calcio. Ma anche personaggio al di fuori del rettangolo di gioco.

Il carattere sicuramente non gli è mai mancato. Dai campetti di periferia di Amsterdam, alla lunga e complicata trafila nelle giovanili dell'Ajax, fino all'esordio in prima squadra.

 

Aggregato nell'estate del 1968, quando raggiunge i suoi compagni nel ritiro estivo di Lloret de Mar, Krol inizia subito a darsi da fare. Disputa delle buone amichevoli ma dalla "Sfinge", Michels, i complimenti arrivano molto raramente.

Con il passare del tempo diventa una pedina fondamentale, anche se lo stesso Michels ha ricordato spesso come "non era né l'ala destra del Feyenoord, né quella del PSV la minaccia più grande per Ruud. Piuttosto lo erano le dolci signore che affollavano i locali di Amsterdam...".

E' stato lo scapolo d'oro più ricercato in quegli anni. Tanto in Olanda, quanto in Italia dove arrivarono in più di duemila ad attenderlo all'aeroporto di Capodochino il giorno del suo acquisto.

 

Grande carattere e grande disponibilità, il tutto ricambiato da un affetto incredibile che lo ha sempre circondato durante la sua carriera. Nel 1971, in una gara di campionato contro il NEC, poco prima della semifinale di Coppa dei Campioni contro l'Atletico Madrid, e della finale di Coppa d'Olanda contro lo Sparta, si rompe una gamba. Ha solo ventidue anni ma è già una colonna dell'Ajax e della nazionale.

 

Rinus Michels però, lo vuole sempre all'interno del gruppo. Pochi minuti prima della finale contro il Panathinaikos, lui è lì, nel tunnel di Wembley a respirare gli odori e le emozioni che solo uno stadio come quello ti può dare. E' lì, accanto ai suoi compagni che vanno a vincere la Coppa.

 

Finita la carriera da giocatore si ricicla come allenatore. Mechelen, Servette, Egitto ma soprattutto Zamalek, con il quale conquista la Coppa d'Egitto, ed Orlando Pirates, che porta alla conquista del campionato sudafricano.

 

CURIOSITA'

 
  • Ad oggi rientra nel ristrettissimo club di giocatori (con lui anche l'olandese Brandts, il messicano Pena ed il serbo MIhajlovic) che sono riusciti a segnare sia un gol che un autogol al Mondiale.
  • Il 26 settembre 1974, insieme al suo compagno di squadra Arie Haan, apre uno snack bar ad Amsterdam.
  • Nel 1981, in occasione del referendum relativo all'aborto, a Napoli ci si imbatteva spesso in manifesti che riportavano la seguente scritta: "Tifoso che voti l'aborto, pensaci... e se la madre di Krol avesse abortito?".
  • Era solito mangiare, soprattutto durante l'esperienza italiana di Napoli, mezzo pollo ed un piatto di pennette all'arrabbiata prima di ogni gara.
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