Si è fermata a diciassette la striscia di vittorie consecutive di Roger Federer, fuoriclasse elvetico battuto ieri dall'argentino Juan Martin Del Potro al tie-break del terzo set nella finale del Master 1000 di Indian Wells. Primo stop dell'anno per il numero uno al mondo, che ha un sapore amaro, considerati i tre match points avuti a disposizione sul 5-4 del parziale decisivo, nonostante una prestazione discontinua, non all'altezza delle clamorose aspettative che lo svizzero è riuscito a catalizzare nuovamente su di sè.

"E' stata una partita con diverse chances da una parte e dall'altra - dice Federer in conferenza stampa - lui avrebbe potuto chiudere l'incontro già nel secondo set, in cui ha avuto palle break all'inizio. Lì sono riuscito a ritrovare il mio gioco e a uscire dal momento difficile. Poi è stata una sfida, avrei potuto breakkarlo già nel secondo parziale, ce l'ho fatta nel terzo e ho avuto match points a disposizione. Il finale è stato deludente ma il match è stato buono. Juan Martin è stato leggermente migliore di me alla fine, è mancato un punto qui e lì, un colpo, un dritto. E' andata così, sono felice per lui, gli faccio i complimenti. Nervoso? Non ricordo francamente, nè voglio entrare nei dettagli. Era solo un modo di caricarmi, di trovare energie. Ma tutto ciò non ha avuto effetto ai fini del risultato. Penso che entrambi siamo andati dall'arbitro in momenti differenti, per ragioni diverse. Nel tie-break decisivo ho iniziato male, con una brutta risposta, mentre lui ha fatto il contrario. Poi ho preso decisioni sbagliate, ho perso per strada il servizio, mentre lui è andato liscio e ha concluso velocemente. Durante la cerimonia di premiazione avrei voluto rigiocare il tie-break, perchè non sapevo bene cosa fosse accaduto. Avevo già avuto delle opportunità, a volte capitano partite così". Lo svizzero è ora 2-4 nelle finali giocate con Del Potro: "E' un dato che si può leggere in qualsiasi modo. Avrei potuto e dovuto vincere la finale degli US Open 2009. Stesso discorso per oggi. Due partite che avrebbero cambiato questa statistica. DelPo è migliorato nel corso del torneo, come molti giocatori che fanno strada. Quando era all'inizio della sua carriera, ho vinto spesso contro di lui: quasi dovevo, perchè non era ancora ai livelli di oggi. Ecco perchè ho un record positivo contro di lui, avevo vinto le ultime quattro o cinque sfide, ma erano sempre state partite tirate, due volte al terzo a Basilea. La maggior parte dei nostri incontri è finita al set decisivo, è sempre stata dura con lui". 

Cosa attendersi ora dalla stagione di Federer? Lo svizzero spiega che prenderà una decisione circa la sua eventuale partecipazione al Roland Garros solo dopo la fine del torneo di Miami: "Ora sono frustrato per aver sprecato un'occasione del genere. Ero 40-15 sul mio servizio, non conosco i precedenti, ma sono partite che nel 90% dei casi vinco. Non so quanto durerà questa irritazione, ma è deludente parlare di un gran match come questo dopo averlo perso nonostante fossi lì. L'unica cosa da fare è stringere la mano all'avversario, fargli i complimenti e dire "Ok, bravo, ora avanti". Sono felice per lui, è uno tosto, ha avuto una gran settimana qui, ma voglio vedere anche le cose positive. E' stata una grande partita, ci siamo divertiti, c'era la giusta intensità, ce la siamo goduta. Anche se è stata dura, è rimasta sempre corretta. Alla fine entrambi abbiamo apprezzato le finali che abbiamo giocato l'uno contro l'altro, che credo che sia la cosa più importante per entrambi". Cosa è cambiato in Federer dopo la pausa di sei mesi per infortunio? "Non lo so, penso solo di apprezzare di più i giocatori infortunati, perchè sono stato anch'io in quella posizione. Perchè è quella la parte che si fa fatica a comprendere. Interventi chirurgici, riabilitazioni, trovarsi in una posizione in cui non si è mai stati. Perciò penso di apprezzare di più chi supera questi momenti". Lo svizzero dichiara di voler rimanere positivo: "Riuscirci è la chiave, soprattutto nei periodi più duri. Perchè ci saranno sempre up and down nella tua carriera. Non tutti i giorni splenderà il sole. Ogni tanto ci sono momenti di difficoltà, ed è lì che devi prendere le decisioni giuste. Devi circondarti delle persone giuste, essere felice di ciò che hai, volere sempre di più e non fermarsi nella ricerca del miglioramento. Ormai sono nel circuito da tanto tempo, da quando ho vinto Wimbledon nel 2003 e poi sono diventato numero uno al mondo nel 2004 la mia vita è stata completa come tennista. Ho realizzato i miei sogni, ma il ritiro può attendere, mi sto godendo questa corsa. Dopo i miei problemi nel 2016 la gente ha vinto solo la parte facile. E' sembrato tutto semplice, ma non è stato così".