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Wimbledon 2016: Murray si complica la vita, ma batte Tsonga al quinto. Bene anche Raonic e Berdych

Si sono conclusi tutti i match di quarti di finale all'All England Club senza reali sorprese: lo scozzese, vero favorito dopo l'uscita di Djokovic, va avanti 2-0 contro il francese prima di essere costretto a vincere al quinto, mentre Raonic impiega quattro set per porre fine alla favola di Querrey. Tutto facile per il ceco che, in tre set, interrompe il cammino del sorprendente Pouille

Wimbledon 2016: Murray si complica la vita, ma batte Tsonga al quinto. Bene anche Raonic e Berdych
Wimbledon 2016: Murray si complica la vita ma batte Tsonga al quinto. Bene anche Raonic e Berdych
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Di Simone Francesconi

Tempo di quarti di finale sui campi più leggendari del circuito di tennis internazionale e, forse per la prima volta in questa edizione, i pronostici sono stati rispettati in pieno.

Partiamo da Andy Murray. Lo scozzese, testa di serie numero due del tabellone e, vista l'uscita di Djokovic e il suo stato di forma, favorito di diritto per la vittoria finale, ha avuto la meglio su un combattivo Tsonga con il punteggio di 7-6 6-1 3-6 4-6 6-1. Primo set al cardiopalma, con il francese che fa e disfa ma che si dimostra comunque in palla, di contro però c'è un Murray in grande spolvero che, di rimonta, trascina il set al tiebreak dove, con un incredibile passante di dritto, si guadagna il minibreak decisivo e chiude per 12 punti a 10.

https://twitter.com/Wimbledon
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Nel secondo Tsonga stacca la spina, accusando molto il colpo, e lo scozzese se ne approfitta vincendo facilmente il parziale per 6-1. Ma come spesso accade nelle sue partite, il nativo di Glasgow si complica le cose e, quando ci aspettata un terzo parziale sul velluto per chiuedere il match, ecco che un passaggio a vuoto gli costa addirittura un break che galvanizza Tsonga, il quale incamera il parziale per 6-3.

Nel quarto, dopo un inizio sulla farsa riga del set precedente (annulla due pericolose palle break nel primo gioco),Andy  riesce a strappare il servizio al francese nel sesto gioco, ma finisce per perderlo immediatamente e anzi, una striscia di 4 giochi consecutivi da parte del francese, porta il match in parità e ad un clamoroso quinto set. A questo punto finalmente Murray ritrova il tennis e la concentrazione perduta, piazza un break subito nel secondo game che taglia definitivamente le gambe ad uno Tsonga ormai al capolinea e chiude dopo quasi 4 ore di gioco.

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Senza storie invece il match di Tomas Berdych: il ceco, finalista qui nel 2010, ha messo in campo tutta la sua maggiore esperienza a questi livelli e soprattutto la sua palla pesante in queste superfici e si è imposto sul giovane promettentissimo Pouille con il punteggio di 7-6 6-3 6-2 in poco meno di due ore di gioco. Grande prova soprattutto al servizio per il numero 10 al mondo, il quale in tre set ha perso a mala pena 7 punti quando ha messo in campo la prima palla e, in tutto il match, ha subito solamente un break (contro i quattro del francese). Adesso per il ceco in semifinale c'è la sfida con il padrone di casa Murray, contro il quale è indietro 6 a 8 nei precedenti.

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Chi invece quasi sotto voce si sta avvicinando ad un risultato importante è Raonic. Il canadese, rivitalizzato dalla cura Mcenroe, raggiunge la sua seconda semifinale a Londra dove troverà ancora una volta Federer come nel 2014 ma stavolta, viste le condizioni dello svizzero e la maratona contro Cilic, forse parte con i favori del pronostico.

Nel suo match odierno Raonic ha avuto vita relativamente facile contro l'americano Querrey, divenuto "famoso" per aver estromesso il numero uno al mondo Djokovic, sconfitto in 4 set con il punteggio di 6-4 7-5 5-7 6-4. Contrariamente ai pronostici, non abbiamo assistito nemmeno ad un tiebreak, ma ad ogni modo i servizi hanno fatto da padrone, soprattutto per il canadese, che nei primi due set ha concesso veramente le briciole all'americano mentre nel terzo, quando tutto sembrava avviato verso il tiebreak, una distrazione gli è costata un break e di fatto il set. Nel quarto parziale ha rimesso le cose al proprio posto, piazzando un break proprio nel decimo e ultimo game, e concludendo in due ore e mezzo di gioco.

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