Prima partita, da n.1, per Simona Halep. Il successo con la lettone Ostapenko - altra giocatrice certa di partecipare alle WTA Finals - certifica l'ascesa della rumena, da molti etichettata come un'eterna perdente, incapace di cogliere qualsivoglia occasione di successo. La Halep, infatti, è una regolarista, mantiene uno standard elevato per l'intera stagione tennistica, ma fatica a condire il tutto con l'ultima ciliegina, specie quando la posta in palio è pesante. Il punto di rottura con il passato al terzo turno. A Pechino, si presenta lo spettro Sharapova, un incubo di enormi proporzioni, una ricorrenza nefasta nella carriera di Simona. La vittoria è netta, una liberazione. Da lì, il riscatto con la Kasatkina - fatale alla Halep a Wuhan - e l'attestato di maturità con la Ostapenko. A braccio sciolto, ha pochi eguali. Senza pressione, può sfoderare la sua straordinaria forza, fisica e tecnica. Giocatrice di recupero, in grado di prolungare lo scambio, riscrivere lo spartito.

Affronta - alle 10.30 ora italiana - Caroline Garcia, fresca di ingresso tra le migliori al mondo. La francese è la giocatrice del momento, questo dicono i numeri. La scorsa settimana il titolo a Wuhan, finale di qualità con Ashleigh Barty. Due affermazioni nobili, al primo turno con Angelique Kerber e al terzo con Dominika Cibulkova. Qui a Pechino, dopo un avvio non privo di difficoltà con la belga Mertens, un percorso da circoletto rosso. Il punto più alto con la Svitolina. Pratica risolta al prolungamento del terzo parziale. In semifinale, infine, sigillo con Petra Kvitova. L'ultima battuta d'arresto risale al torneo di Tokyo, per mano di Garbine Muguruza.

Sono due i precedenti, entrambi favorevoli a Simona Halep. Nel 2016, a Sydney, 61 al terzo per la rumena. Nella stagione corrente, incrocio a Toronto, 64 62 per la Halep, poi fermata dalla Svitolina alle porte della finale. Come al maschile, difficile sbilanciarsi in un pronostico certo. Vivono, Halep e Garcia, un momento d'oro, possono avvicinarsi all'impegno senza particolari interrogativi, forti di un passato di successo. Incontro di dettaglio, parola al campo.