Parentesi femminile ad Abu Dhabi. Prima dell'atto finale - Kevin Anderson affronta Roberto Bautista Agut - spazio al confronto tra Serena Williams e Jelena Ostapenko. Un'esibizione carica di significato, il ritorno in campo della regina. Due soli tornei nel 2017 per Serena, il titolo a Melbourne, poi lo stop. La maternità, il matrimonio, a seguire l'annuncio atteso. La minore delle sorelle Williams non stacca la spina, anzi rilancia la sua candidatura in un circuito in cerca di stabilità. Tre le tenniste chiamate a contendersi la corona - Halep, Muguruza, Wozniacki - in questo primo scorcio di stagione, in attesa di ammirare motivazioni e stato di forma della pluridecorata americana. 

Il tagliando al Mubadala World Tennis Championship è fondamentale per ritrovare sensazioni di campo, per tracciare le coordinate con direzione Melbourne. Dall'altra parte della rete, Jelena Ostapenko. La giovane lettone è ormai una certezza. Apprende velocemente, sta allargando i suoi orizzonti. Da giocatrice di trincea, di corsa e recupero, da terra, a tennista totale. Il processo è in corso d'opera, ma la chiusura di 2017 conferma l'assunto. Primo titolo sul veloce a Seoul - finale con la brasiliana Haddad Maia - semifinali nobili a Wuhan e Pechino. A Singapore, sede delle Finals, due sconfitte e qualche ruggine antica. Ostapenko preda di giocatrici dalla pallina pesante come Venus e Muguruza. Punti d'appoggio per un ulteriore cambio di passo, battute d'arresto da cui trarre insegnamento. In archivio lo slam parigino, il primo di una luminosa carriera, il carattere giusto per lanciare l'offensiva al vertice. 

Si tratta di un inedito, la Ostapenko sfida la Williams per la prima volta. Direttrice chiara, gli affondi di Serena e le repliche di Jelena, un braccio di ferro armato, restaurazione o rivoluzione? Apertura alle 14 ora italiana, un succoso antipasto, una porta sul futuro. 

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