Pablo Andujar risorge a Marrakech. Il veterano spagnolo, nel dimenticatoio ormai da diverso tempo, sfrutta un contesto favorevole per griffare il quarto torneo ATP, il terzo da queste parti. Una tradizione avviata nel 2011 e che trova ora nuova linfa. Un challenger di preparazione ad Alicante - vittoria in finale con De Minaur, dopo il sigillo contro il nostro Cecchinato - poi la conferma al Gran Prix Hassan II. Cinque vittorie - striscia aperta di dieci successi - un solo set concesso nel corso della competizione - a Vatutin, nei quarti. 

Dopo la solida semifinale con Sousa, Andujar si ripete nell'ultimo atto con Kyle Edmund, giocatore oggi di altro spessore rispetto allo spagnolo e reduce dalla semifinale all'Australian Open. Come annunciato in sede di presentazione, la superficie accorcia il gap e Andujar sfrutta la sua attitudine al rosso, costringe Edmund allo scambio, lo muove, replica ad ogni affondo o accelerazione. Il nativo di Johannesburg deraglia ben presto pallina alla mano, il set d'apertura scorre via rapidamente. Tre break consecutivi, Andujar si ritrova con margine al timone di comando. Un piccolo passaggio a vuoto sul 52, ma il 32enne di Cuenca chiude la porta e sigilla il parziale. 62. 

Edmund nel secondo riesce a reggere maggiormente, ma Andujar è perfetto, chirurgico. Trasforma le sue tre opportunità, scappa verso il traguardo senza voltarsi indietro. Altro 62 e l'applauso convinto del pubblico presente. Un punto di ripartenza, inizia per Pablo una lunga e difficile scalata. Edmund incassa la lezione, utile per la porzione su terra ormai imminente. 

Andujar - Edmund 62 62

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