Vorrei, ma non posso. La storia di Fabio Fognini si ripete, ancora una volta, a Wimbledon 2018. L'azzurro spreca una ghiotta occasione per approdare alla seconda settimana dei Championship, gettando al vento l'incontro con Jiri Vesely - comunque cinico e centrato nei momenti importanti, soprattutto al servizio. Il ceco porta a casa il primo set, prima di subire il ritorno dell'azzurro, il quale sembra poter ribaltare in scioltezza ma non concretizza la miriade di opportunità che gli capitano sulla racchetta ad inizio terzo set. Il contraccolpo per il mancato sorpasso fa il resto, con Fognini che lascia progressivamente il campo al rivale. Eliminazione beffarda e cocente. 

Il primo set è tutto di marca ceca. Vesely ha in mano il gioco, serve con percentuali altissime, lasciando le briciole a Fognini con la prima e giocando con estrema semplicità e precisione. Non regala praticamente nulla, non offrendo all'azzurro nemmeno una singola possibilità di entrare sul suo servizio e strappargli la battuta. Di contro il ligure non è impeccabile nei suoi turni in battuta, anzi, è decisamente altalenante con la prima, mentre da fondo campo non è un fattore: qualche sbavatura di troppo non pregiudica l'andamento del parziale, condotto ugualmente al tie-break grazie ad un paio di colpi di classe. Il game decisivo viene archiviato già alle prime battute, quando il ceco ipoteca il primo set strappando due punti di fila in battuta all'italiano, incapace di leggere un lob perfetto del rivale. 

Il primo passaggio a vuoto del ceco arriva invece, fisiologicamente, a inizio secondo parziale. Dopo un primo gioco in controllo di Fognini, l'azzurro sale di colpi, riesce a leggere meglio le traiettorie velenose del rivale mancino e beffa la sua aggressività per due volte di fila con due lob impeccabili. Il break infonde fiducia all'azzurro, il quale trova continuità con il dritto da fondo campo - oltre che al servizio - e conserva il vantaggio con relativa serenità. L'unico tentennamento arriva nel settimo gioco, quando un paio di errori offrono a Vesely l'opportunità di recuperare lo svantaggio, ma col servizio Fabio ricuce e si porta a casa il secondo set.

Le difficoltà in battuta del ceco numero 93 del mondo si ripropongono anche in avvio di terzo parziale, quando Fognini riesce a controbattere efficacemente ai suoi tagli mancini. Due le possibilità per l'azzurro di strappare immediatamente il servizio, ben salvate dalla curva mancina da sinistra. Rispetto al primo set Vesely fatica a reggere il colpo con gli scambi prolungati e, complici anche svariati errori da fondo campo, l'azzurro sembra prendere in mano le redini della sfida. Il break appare soltanto rimandato, ma Fognini non riesce a concretizzarlo. Dopo sette occasioni avute, l'italiano subisce il contraccolpo psicologico, crollando nel corso del sesto gioco: battuta lasciata a zero, tra rimpianti e svariati errori gratuiti. Il set si gioca nei due turni restanti del ceco, implacabile nel primo e provvidenziale nel secondo quando con la prima archivia il terzo set. 

La rottura di Fognini è prolungata e si conferma tale anche in avvio di quarto - ed ultimo parziale. Vesely strappa immediatamente la battuta all'azzurro, il quale reagisce di nervi e di pancia, ma non di testa. Altre tre opportunità di contro-break, sprecate tra prime di servizio del ceco ed un pizzico di imprecisione, prima del crollo definitivo. Il rivale conferma il vantaggio ed approfitta del cedimento di Fabio, prima di ipotecare il passaggio agli ottavi con un perentorio 62. 

J.Vesely b. F. Fognini 76 (4) 36 63 62