Tre partite in una, letteralmente, quelle a cui hanno assistito gli spettatori del centrale di Wimbledon, in occasione del primo ottavo di finale del giorno tra Roger Federer e Adrian Mannarino. Che per il francese fosse una simil-mission impossible lo sapevano tutti, ma il primo parziale è un vero e proprio shock: 6-0 con appena due punti vinti dal numero 26 del mondo nei primi cinque game. Il secondo set porta una bella reazione, ma Federer è paziente ed azzanna la prima occasione utile per chiudere 7-5, mentre nel terzo lo svizzero deve salvare tre palle del possibile 3-5 per poi chiudere, abbastanza agevolmente, 6-4. Meno di due ore di gioco totali, ora per il numero uno del mondo, in quarti di finale, ci sarà il vincente di Monfils-Anderson.

Inizio abbastanza schock per Mannarino: Federer anticipa, tiene i piedi fissi sulla riga di fondo e rispedisce al mittente qualsiasi velleità. Il treno svizzero non ferma in nessuna stazione, ed in appena sei minuti, con un clamoroso parziale di 12 punti a 2, siamo già 3-0 con doppio break, sugellato da ben quattro errori non forzati del francese. Nei turni di servizio RF è sostanzialmente perfetto, piazza i piedi al centro del campo e disegna le linee col diritto, anticipando appena possibile e lasciando andare vincenti con una naturalezza assolutamente fuori dal comune.
Sul 4-0 è ancora graticola per Mannarino, che incassa una risposta in top spin tra i piedi e poi un vincente di dritto sulla riga, prima di complicarsi definitivamente la vita con il doppio fallo: altro break a 0 e FedExpress lanciato verso il bagel. Proprio quando tutto sembrava chiuso, un sussulto d’orgoglio transalpino regala a Mannarino la prima palla break del match, nonché la primissima fronteggiata da Federer in tutto il torneo fin qui. Poco male per lo svizzero, che sfodera la combinazione ace-vincente di controbalzo-stop volley per infilare tre punti, risalire da 30-40 e chiudere 6-0 in 16 minuti di orologio.

Stessa spiaggia, stesso mare (stesso prato, per esser precisi) per le fasi iniziali del secondo set: in un batter d’occhio Mannarino è sotto 0-40 nel game di apertura, ma stavolta il francese risale grazie a due servizi vincenti e ad un passante preciso, sfruttando l’attacco troppo debole dell’avversario. Il serve and volley annulla anche la quarta palla break, ai vantaggi, e finalmente la partita sembra avere qualche pulsazione in più: dopo quasi sette minuti di gioco ed innumerevoli parità, il francese sblocca il suo tabellino e fa 1-0. Dopo un buon turno di servizio Federer si concede qualche leziosità di troppo, ed uno splendido dropshot manda Mannarino sul 2-1, non senza annullare un’altra palla break. Lo slice esterno mancino al servizio inizia a dare fastidio allo svizzero, e Mannarino dimostra di non voler essere vittima sacrificale all’All-England Club, portandosi (di nuovo ai vantaggi) sul 3-2. Il 3-3 arriva senza patemi eccezionali, sigillato dallo smash, e la partita si regolarizza sui binari dell’equilibrio; Mannarino si scioglie e dimostra di essere entrato in partita definitivamente tenendo a zero il delicatissimo turno di servizio per il 5-4. Roger ribadisce con altrettanta freddezza durante il suo turno, portando l’avversario a cedere terreno quanto basta: tre errori non forzati consecutivi lo condannano, da 15-15, ad incassare il break decisivo, con Federer che prende la palla al balzo e chiude, ancora sfruttando una prima solidissima, per 7-5 il secondo set.

La terza partita sembra iniziare come perfetta sintesi delle prime due: la rapidità del primo set con l’equilibrio del secondo, i servizi a comandare il ritmo e vincenti che schizzano da una parte e dall’altra, arrivando in soli 17 minuti al 3-2 a favore di Mannarino. Il primo vero momento difficile il francese deve affrontarlo nel settimo game, quando finisce sotto 0-30 ma si salva di nuovo col colpo d’approccio, complice un overrule che innervosisce Federer (a rischio warning per la pallata fuori dal centrale) e regala il 4-3 alla testa di serie numero 22, che vede la grande chance nel gioco successivo: RF va fuori giri, prima col servizio poi coi colpi da fondo, e si ritrova a dover fronteggiare due palle break sul 15-40. Lo svizzero a questo punto sale di livello, sfodera due seconde lavorate per portarsi ai vantaggi, per poi annullare una terza chance con l’ace centrale e disinnescare definitivamente la bomba.
Molto nervoso rispetto al suo solito, il Re regala comunque un meraviglioso dritto vincente in corsa per portarsi a palla break, subito annullata dal serve ‘n’ volley dell’avversario. Due errori consecutivi, però, condannano Adrian Mannarino al quinto break incassato nel match, decisivo per mandare il numero 1 del seeding a servire per il match. Senza storia l’ultimo gioco, dominato dal servizio del nativo di Basilea: 6-4 il punteggio del terzo set, che permette a Roger Federer di approdare ai quarti di finale dopo un’ora e trequarti di partita.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.