Nole è presente e nella prima partita di una difficoltà importante e dal pronostico per nulla scontato, mette in chiaro la sua forza e batte in tre set Tsonga 6-3 7-5 6-4. Era atteso equilibrio, magari anche un quinto set, ma Novak non ne sbaglia una e si dimostra avversario difficile e vero candidato ad una finale che sembra ampiamente alla sua portata. Era da undici anni che i due non si affrontavano sul cemento blu australiano - l'ultima volta atto finale. Per il serbo, nel terzo turno, arriva il canadese Shapovalov, magari sconosciuto ai più, ma avversario da tenere assolutamente sotto controllo.

La pioggia altera il programma e complica l'avvio. Le statistiche parlano chiaro: 12 aces e il 74% dei punti sulle prime di servizio del serbo sono garanzia della forza e della mole di gioco che crea il numero uno del mondo. 33 colpi vincenti e il 56% di palle break portate a casa fanno il resto.

Nel primo set, Djokovic ottiene il break nel quarto game, salvo poi subirne uno nel game successivo ai vantaggi, ma nel sesto game brekka in modo definitivo. Nel secondo set, arrivano la bellezza di quattro palle break nell'undicesimo game e Nole prende il gioco solo ai vantaggi. Nel terzo, sostanziale equilibrio fino al break del quinto gioco e al serbo basta solo un match point per chiuderla. Nole vola e sogna davvero in un tabellone che potrebbe essere molto interessante per lui.