Nel Wimbledon degli scontri generazionali, arriva uno scontro tra due tennis diversi. Da una parte, l'immensità, il talento e la classe dell'otto volte campione di questo torneo nella persona di nome Roger e cognome Federer, dall'altra la nuova generazione di Harris. Partita a favore netto dello svizzero, almeno sulla carta dovevano essere tre set e facile incrocio. Ma buon per noi il tennis di matematico non ha nulla così come di certo. Il Centrale fa paura a tutti e a maggior ragione se giochi contro chi questo campo lo ha spesso e volentieri reso il suo giardino di casa, ma Harris si dimostra osso duro.

Nel primo set, il giocatore sudafricano batte l'esperto elvetico 6-3. Ora la perdita di un set ci può stare, Halle e la vittoria poteva avere stancato il Maestro, ma bisogna essere lucidi nell'analisi: Roger gioca un primo set terribile, lezioso all'infinitesima potenza, sbaglia anche le cose più semplici, si fa brekkare e succede mai nel primo turno sull'erba. Perdere gli era capitato solo contro Stakhovsky qualche anno fa sul Centrale, eppure nella testa dei tifosi del Re per un momento si sono visti fantasmi della partita contro l'ucraino, più che del quarto perso lo scorso anno contro Anderson. Harris, per chi non segue i Challenger, ha dimostrato di essere un bel giocatore: forte e fisico, una prima da sinistra davvero letale, un giovane che farà strada e mette in difficoltà il suo idolo. Harris merita di essere seguito con attenzione nel suo percorso di crescita. Nel secondo set, 6-1 per Federer che cancella brutti pensieri e sale di attenzione, qualità mancata nel primo. Doppio 6-2 nel terzo e quarto set: Roger riscopre se stesso, aiutato da alcune palle sul nastro, ma trova una vittoria importante.

Lo svizzero dovrà cambiare modo di entrare in campo nel prossimo turno: il primo set di oggi lo deve assolutamente cancellare, deve ritrovare la sua voglia di attacco sotto rete, arma mancata molto e il suo serve and volley, colpo che gli ha regalato varie fortune. Nel primo set sono mancate le prime e gli aces allo svizzero, tutti a vantaggio del sudafricano, percentuali da rivedere e un servizio che deve essere ritrovato, anche se Roger ha dimostrato una buona seconda. Harris lo ribadisco è da seguire: ragazzo davvero interessante, un gioco davvero bello e per nulla elementare nonostante la sua età e può essere una bella sorpresa del prossimo ed imminente futuro.