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Roland Garros, cartoline da Parigi: Djokovic cannibale, Murray incompiuto e Nadal k.o.

Bilancio del Roland Garros 2016: molte conferme, poche novità.

Roland Garros, cartoline da Parigi: Djokovic cannibale, Murray incompiuto e Nadal k.o.
Novak Djokovic con il trofeo del Roland Garros. PHOTO : CROSNIER JULIEN / FFT
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Di Andrea Russo Spena

Ora che anche la Coppa dei Moschettieri è finita nella capiente bacheca di Novak Djokovic, il numero uno al mondo può ben definirsi cannibale del tennis maschile contemporaneo. Con tutta la pressione addosso per una vittoria che doveva essere scontata, il serbo è riuscito ancora una volta a battere l'avversario diretto in finale, quell'Andy Murray capace di illudere i suoi tifosi per un solo set, il primo. Ma il Roland Garros edizione 2016 racconta molto altro sui protagonisti al maschile, tra grandi vecchi che scricchiolano e qualche giovane che avanza. 

NOVAK DJOKOVIC 

E' il padrone assoluto del circuito, asso pigliatutto che ha conquistato le ultime quattro finali dei tornei del Grand Slam. Da Wimbledon a Parigi, passando per New York e Melbourne, il serbo non ha concesso praticamente niente ai rivali. Ha vinto finalmente anche sulla terra rossa, completando un Career Grand Slam che lo manda direttamente in un'èlite per pochi intimi, raggiungendo Federer e Nadal tra i suoi contemporanei. A quota dodici Major vinti, può aspirare a migliorare i suoi clamorosi numeri anche scendendo di livello, anche perchè la concorrenza sembra latitare. 

ANDY MURRAY 

Vittoria a Roma, primo set conquistato in finale al Roland Garros. Tutto ottenuto contro Djokovic. Poi il blackout, tipico di questo scozzese che ama piangersi addosso e che è ormai sempre più staccato - per palmarès e personalità - dagli altri tre componenti dei Fab Four. Torneo positivo, ma la resa in finale è stata inaccettabile, per modalità e proporzioni. Nel medio-lungo periodo resta l'unica alternativa credibile alla tirannia del rivale serbo, ma con molte frecce in meno in faretra. 

DOMINIC THIEM 

Il vero nuovo che avanza ha il volto di questo giovane ventiduenne austriaco, capace di issarsi fino a una semifinale Slam nel Major che probabilmente più ne esalta le caratteristiche. Testato con ottimi riscontri solo sul rosso, è atteso ora a una campagna sul veloce che ne confermi le qualità. Dritto e rovescio sono di origine controllata, un po' meno il senso tattico e la tenuta nervosa. Ha il tempo dalla sua e svariati margini di miglioramento. Da oggi numero sette delle classifiche Atp, dovrà mantenersi a questi livelli.

 STAN WAWRINKA 

I miracoli non si ripetono. Probabilmente lo sa anche Stan, che la partita della vita l'aveva già giocata sul Philippe Chatrier la scorsa stagione. Quest'anno ha fatto il suo, cedendo però in maniera troppo arrendevole in semifinale ad Andy Murray. Sembra in declino, ma se in giornata rimane pericolosissimo per tutti, Djokovic compreso. 

RAFA NADAL

I segni del tempo sulle articolazioni del maiorchino. Prima le ginocchia, adesso il polso, proprio quando stava cominciando a ritrovare sensazioni antiche nel suo torneo preferito. Probabilmente salterà Londra evitando le forche caudine di Wimbledon, ma dovrà sperare di tornare in campo il prima possibile, perchè i suoi tempi di recupero e di adattamento al rientro non sono mai stati dei più rapidi.

I GIOCATORI FRANCESI 

Tsonga, Simon, Chardy, Monfils, Gasquet e ora anche Pouille. La Francia continua a produrre giocatori di medio-alto livello, ma niente che possa vagamente assomigliare a qualcosa di vincente. Movimento in buona salute, ma zero trionfi. Richard Gasquet ha fatto sognare i parigini contro Murray per due set, per poi sciogliersi in maniera clamorosa. 

NISHIKORI E FERRER 

Il loro tennis da fondo campo, quasi robotico nella sua monotonia, è garanzia di piazzamenti, ma poco di più. Se lo spagnolo è al crepuscolo di una carriera più che onesta rispetto ai mezzi a disposizione, il nipponico avrebbe bisogno di una svolta per non rimanere in un grigio anonimato.

BERDYCH E RAONIC

La potenza è nulla senza controllo, recitava un famoso spot pubblicitario. Assunto che si adatta perfettamente sia al il ceco che al il canadese. Non era questo il torneo in cui far tornare a parlare di sè, ma l'impressione (certezza nel caso di Berdych) è che si tratti di due tennisti troppo carrozzati per competere ad altissimi livelli nel tennis del 2016, dove neanche le superfici aiutano più di tanto i loro poderosi servizi.

GRIGOR DIMITROV 

In pericoloso calo, la carriera di questo talentuoso bulgaro sta prendendo una piega delicatissima, difficile da gestire. I colpi ci sono, tutto il resto no.

 

GLI AZZURRI 

Aggrappati agli ultimi guizzi di Andreas Seppi e alle lune (sempre più storte) di Fabio Fognini, i tifosi azzurri escono con gli occhi vuoti di tennis dal Roland Garros 2016. Per il ligure brutta debacle, sulla sua superficie favorita. Qualche lampo proveniente da Cecchinato non basta a far luce sul buio che avvolge le racchette tricolori. 

ROGER FEDERER 

Il grande assente di questi Internazionali di Francia è chiamato a un pronto rientro in campo. Anche a mezzo servizio, è l'unico capace di illuminare la scena con il suo gioco antico e vario, con orde di appassionati al suo seguito che attendono l'ultimo acuto di una carriera non ancora terminata.