Per la prima volta in questo 2016 Andy Murray non disputerà la finale di un torneo dello Slam. Il britannico vincitore dell'ultima edizione di Wimbledon si è infatti arreso con lo score di 1-6 6-4 4-6 6-1 7-5 a Kei Nishikori nei quarti degli US Open. Un'altalena di emozioni che ha premiato il nipponico quella andata in scena sull'Arthur Ashe, con la testa di serie numero due troppo spesso a rincorrere il suo rivale sul piano tattico e incappato in un clamoroso black-out nel quarto set a causa di una discussa chiamata arbitrale. Per Nishikori si tratta di un successo importantissimo, che lo riporta in semifinale a Flushing Meadows a due anni di distanza dalla prima e unica volta, in attesa di conoscere il nome del vincitore del match serale tra Stan Wawrinka e Juan Martin Del Potro.

Il giapponese inizia la partita sciupando tre palle break consecutive sul servizio di Murray che, scampato il pericolo, si mette a macinare un gioco fatto di regolarità e di qualche vincente di rovescio. Nishikori sbaglia invece tantissimo, soprattutto di dritto, e cede il primo set per 6-1. La sfida sembra prendere sempre più la direzione del britannico, che opera un altro break nel quinto game del secondo parziale, ma qui l'allievo di Ivan Lendl cala d'intensità, si fa raggiungere dalla testa di serie numero sei del tabellone newyorchese e infine concede il set con un errore di rovescio. L'inerzia è ora dalla parte di Nishikori, che parte in vantaggio anche nella frazione successiva, salvo sprecare puntualmente i vari break accumulati concedendo a Murray di rientrare nel punteggio. Sul 4-5 e servizio, il giocatore giapponese si rende autore di un game orribile alla battuta, perso a zero, che vale il 2-1 per un Murray che si accende a intermittenza. Lo scozzese non comanda infatti mai il gioco da fondo campo, ma si limita a cercare di contenere la maggiore aggressività del rivale, che prova a sfondare non solo con i colpi di rimbalzo, ma anche con palle corte e discese a rete.

Sullo score di 1-1 nel quarto set la partita cambia nuovamente. Murray ha due palle break sul 15-40: la prima viene annullata da Nishikori, mentre sulla seconda l'arbitro interrompe il gioco per un non meglio precisato rumore proveniente dagli spalti. Quanto basta per scatenare il nervosismo del britannico, che si lascia cadere in una spirale di negatività, lamentandosi a ogni punto, discutendo con il suo angolo e polemizzando ancora con il giudice di sedia. Un passaggio a vuoto che costa a Murray ben sette giochi consecutivi, perchè prima che luce si riaccenda bisogna attendere il 2-0 del quinto set in favore del nipponico, quando il vincitore di Wimbledon riesce a rientrare in partita e pareggiare i conti sul 2-2. E' però solo l'inizio di un parziale avvincente, in cui Nishikori si riporta avani 4-2 mantenendo sempre l'iniziativa durante lo scambio da fondo, e anzi inventandosi prodigiosi serve and volley che sorprendono il pubblico dell'Arthur Ashe. Sul punteggio di 4-3 e servizio il nipponico vola in un lampo sul 40-0, ma perde cinque punti consecutivi (tra cui una volèe non impossibile spedita in rete): Murray non se lo fa ripetere due volte e ribalta per l'ennesima volta il match portandosi sul 5-4. Nel decimo game l'allievo di Michael Chang non trema, tiene la battuta a zero e nel gioco successivo opera il break decisivo, suggellato da una palla corta seguita da una volèe in allungo. E' il momento della fine per Murray, che dopo quasi quattro ore di gioco non ha più le forze per un'ulteriore replica. Vince dunque Nishikori, che vede premiato il suo coraggio in un match equilibrato che gli vale ora la semifinale di venerdì contro Wawrinka o Del Potro.

Nishikori (6) - Murray (2) 1-6 6-4 4-6 6-1 7-5