Il KO di Forlì, 3-2 con la Slovacchia, ininfluente l'ultimo punto azzurro, spinge la nazionale italiana a un passo dal baratro. L'ombra del crollo nel Gruppo C, zona euro-africana, assume sembianze reali. Un confronto difficile con un passato glorioso, un filo spezzato e un orizzonte da colorare con nuove realtà. Innegabile la fine di un ciclo, un passaggio di consegne forse non sviluppato con la necessaria cura. Il ritiro della Pennetta, la graduale uscita di scena della Vinci - al primo no nel recente turno - l'addio, post Slovacchia, di Francesca Schiavone. Resta, a Tathiana Garbin, un'unica àncora a cui attraccare propositi di risalita. Sara Errani resta il punto fermo, l'orgoglio di una nazione che vanta in bacheca successi e trofei. Non può essere lei il capro espiatorio del fallimento, deve essere anzi il riferimento per giovani chiamate per la prima volta alla ribalta. 

Karin Knapp convive con seri problemi di natura fisica, difficile sia a disposizione ad aprile. Maggior ottimismo per Sarita, aldilà delle difficoltà che ne limitano l'incedere da diversi mesi. La speranza è di averla al top contro Taipei, nel dentro o fuori in programma tra il 22 e il 23, come detto di aprile. Si gioca in trasferta, probabilmente sul veloce, superficie che non sorride ai nostri colori. Errani quindi - condizione permettendo - poi Paolini e Trevisan, non come semplici comparse da doppio, ma come protagoniste in prima fila, per sorreggere un'Italia che cerca una salutare boccata d'ossigeno. Sullo sfondo, Camila Giorgi, rottura consumata, l'unico reale talento di casa Italia ai box, per scelta. Errori ed orrori, da ambo le parti. 

Sorteggio positivo, senza dubbio, ma Taipei, specie con il fattore campo, può sfruttare le nostre debolezze. Kai Chen Chang - n.120 WTA, in ascesa - ma non solo. Una rappresentativa in crescita, senza nulla da perdere. Scoppola con la Russia, ora il sogno di sgambettare l'Italia. Fondamentale far gruppo, ritrovare armonia e spirito d'insieme. Un passo alla volta. 

Questi invece gli incontri per conquistare il primo gruppo mondiale:

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo