Tennis VAVEL

Coppa Davis - Italia fiduciosa in Belgio, ma c'è l'incognita Fognini

Nel weekend dal 7 al 9 aprile torna la Coppa Davis, con l'Italia impegnata nella trasferta di quarti di finale del World Group a Charleroi, in Belgio. I pericoli principali si chiamano Steve Darcis e David Goffin, discontinui ma capaci di acuti di livello, mentre la nostra spedizione punterà tutto su Fognini e Lorenzi, con Seppi pronto ad ogni evenienza e Bolelli da usare come jolly per il doppio. Qualche problema per il sanremese, per precauzione aggregato anche Giannessi.

Coppa Davis - Italia fiduciosa in Belgio, ma c'è l'incognita Fognini
Coppa Davis - Italia fiduciosa in Belgio, ma c'è l'incognita Fognini
stefano-fontana
Di Stefano Fontana

Weekend di fuoco in vista per la Coppa Davis: il "mondiale" del tennis maschile arriva ai quarti di finale del suo tabellone principale, il cosiddetto World Group. Tra i quattro incroci (oltre ad Australia-USA, Francia-Gran Bretagna e Serbia-Spagna) spicca quello dell'Italia, con i ragazzi di coach Corrado Barazzutti pronti a volare a Charleroi per affrontare il Belgio dopo aver eliminato, al quinto set del quinto match, l'Argentina campione in carica, pur orfana di Juan Martin del Potro.

In Vallonia si giocherà allo Spiroudome, palazzetto inaugurato nel 2002 nonché casa dello Spirou Charleroi, la squadra di basket locale. La capienza è delle migliori per un evento tennistico (circa 6.300 posti a sedere, che se riempiti completamente dovrebbero creare una cornice ideale per i beniamini di casa), ma quello che conta davvero è la scelta sulla superficie: si giocherà sul cemento indoor, non esattamente il terreno preferito dalle nostre stelle, decisamente più a loro agio sul rosso.

Il Belgio, presente con la settima testa di serie in tabellone, viene da un primo turno piuttosto tranquillo (4-1 a domicilio alla Germania, a Francoforte, ad inizio febbraio) ed approda ai quarti come terza forza assoluta, almeno sulla carta, date le eliminazioni contemporanee di Croazia (2), Repubblica Ceca (4) e Svizzera (5), oltre alla già citata Argentina, in ottavi di finale. Le scelte dell'allenatore Johan van Herck ricalcano la tendenza degli ultimi anni, che ha permesso ai sudditi di Re Filippo di accarezzare il sogno del titolo nel 2015, prima che la Gran Bretagna dei fratelli Murray glielo portasse via col 3-1 in finale. 3/4 delle convocazioni sono infatti le stesse di quella finale: c'è il numero 1 locale David Goffin, da qualche tempo stabile in top 20 (aggiornando le classifiche a ieri occupa la quattordicesima piazza) e reduce da due finali, nel 500 di Rotterdam e nel 250 di Sofia, solo nel mese di febbraio. Insieme a lui ci sarà l'altro singolarista designato, Steve Darcis, il più esperto della spedizione coi suoi 33 anni, piazzato alle porte dei primi 50 nel ranking ATP. Loro due sembrano essere le vere insidie, essendo giocatori sì discontinui, ma capaci di grandissimi exploit anche contro i migliori, soprattutto se in giornata di grazia e se galvanizzati dal tifo del pubblico. I belgi, comunque, potranno contare anche su Ruben Belemans (29 anni, numero 137 del mondo) e Joris De Loore, 23enne che occupa la piazza numero 199.

Fabio Fognini bacia la terra dopo la rimonta da 0-2 nel match decisivo contro Pella in Argentina. | Fonte: twitter.com/nocciolone
Fabio Fognini bacia la terra dopo la rimonta da 0-2 nel match decisivo contro Pella in Argentina. | Fonte: twitter.com/nocciolone

Dal canto nostro, però, anche noi possiamo vantare il nostro arsenale: Barazzutti ha scelto tutti i migliori per puntare ad una semifinale centrata solo una volta (2014) dal 1999 ad oggi, dopo undici anni consecutivi (2001-2012) fuori dal World Group. I convocati ufficiali sono Paolo Lorenzi, Fabio Fognini, Andreas Seppi e Simone Bolelli. Il romano (senese d'adozione), fino alla settimana scorsa portabandiera tricolore nella classifica ATP, è senz'altro il più continuo del lotto, e oramai da un paio di anni sta attraversando una vera e propria seconda giovinezza: nonostante sia  un classe 1981, Lorenzi naviga tra la trentesima e la sessantesima posizione mondiale da inizio 2016. Nonostante il cemento non sia il suo habitat naturale, la sua tenacia e la capacità di tenere il palleggio da fondo campo potrebbero risultare fondamentali per girare le partite in caso di passaggi a vuoto degli avversari diretti. Attualmente, però, la stella è solo una, e risponde al nome di Fabio Fognini: il nativo di Sanremo ha ritrovato la ventottesima posizione grazie alla semifinale ottenuta sul cemento di Miami, quando è stato costretto ad inchinarsi a Rafa Nadal dopo aver superato in maniera esemplare gli ostacoli Young e Nishikori. Se fisico e (soprattutto) cervello collaborano al meglio, Fogna è capace di avere la meglio su chiunque, ma lo sforzo contro il mancino di Manacor sembra aver lasciato qualche strascico di troppo, in particolare al gomito ed al polso destro del ligure. In attesa di evoluzioni sulla situazione Barazzutti si è cautelato aggregando al gruppo, come già fatto per la trasferta argentina, Alessandro Giannessi (classe 1990, 122 del ranking), ma farà di tutto per avere il suo miglior singolarista in campo già dal venerdì. Completano la spedizione Andreas Seppi, in risalita dopo un finale di 2016 davvero da incubo che lo aveva spinto ai confini della top 100, e Simone Bolelli, da poco rientrato nel circuito challenger ma possibile jolly da usare in doppio per formare la coppia capace di vincere gli Australian Open 2015 proprio insieme a Fognini. 

I precedenti sono piuttosto in equilibrio: nei due incontri tra Belgio ed Italia, il primo (1950) è andato agli azzurri, il secondo (2000) ai fiamminghi, che si sono sempre dimostrati un osso duro, specialmente in casa, nel recente passato. L'appuntamento è, come al solito, per il finesettimana: nel primo pomeriggio di venerdì per i primi due singolari, del sabato per il doppio e per la domenica per il quarto ed il quinto match, verosimilmente quelli decisivi. Non ci resta che scaldare la voce e tifare per guidare i nostri connazionali verso il sogno chiamato Davis Cup.

VAVEL Logo
About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.