Andy Murray è il vincitore dell'edizione 2015 della Rogers Cup di Montreal, grazie alla vittoria in finale ai danni di Novak Djokovic. Al di là del prestigio legato al fatto di portare a casa un titolo in un torneo Masters 1000, il successo del giocatore scozzese è eccezionale per altri due motivi. Il primo riguarda il sorpasso del britannico ai danni di Roger Federer (assente in Canada, ndr) al secondo posto del ranking mondiale. Il secondo è legato a fatto che, con il ko di Montreal, Nole perde solo la sua terza finale stagionale: le due precedenti sconfitte erano arrivate al Roland Garros per mano di Wawrinka e a Dubai contro il già citato Federer.

La partita inizia con Murray che parte fortissimo e ottiene subito un break nel quarto game, nel bel mezzo di una serie di giochi in cui entrambi i giocatori hanno dovuto annullare palle-break al proprio avversario. Djokovic non ci sta, e dopo aver negato il doppio break di vantaggio allo scozzese nel sesto gioco, riesce a sua volta a strappare il servizio al campione di Wimbledon 2013 nel game successivo. Tuttavia, Murray sembra più in palla rispetto al serbo, e dopo avergli annullato una chance di portarsi sul 5-4 e servire per il set, è lui a chiudere il parziale con un break nel decimo gioco, quello che gli consegna il primo set con il punteggio di 6-4.

Djokovic dimostra di non voler concedere campo libero al proprio avversario, e lancia un chiaro segnale con il break in apertura di secondo set. Murray, dal canto suo, non intende lasciar scappare via il numero 1 al mondo e dargli fiducia in vista di un eventuale terzo set, e dopo aver preso nuovamente le misure al serbo gli strappa il servizio nel sesto game. È però una fase breve ed effimera di equilibrio, visto che Nole, non volendo lasciare nulla di intentato, contro-brekka subito e si porta sul 5-3, guadagnandosi la possibilità di servire per andare al terzo set: una chance che Djokovic non spreca, ricambiando il 6-4 a Murray e prolungando la contesa, per la gioia del pubblico di Montreal che confidava proprio in una finale bella e combattuta.

Nel terzo set è Murray a partire meglio, con il break nel secondo gioco e la salita fino al 3-0 che sembra far pendere l'ago della bilancia in favore dello scozzese. Djokovic, però, ha sette vite, come ha dimostrato in questi anni da grande protagonista del circuito: il quinto game è degno delle migliori opere di Alfred Hitchcock, con il numero 3 al mondo costretto ad annullare ben sei palle-break prima di potersi issare sul 4-1, e far scorrere i titoli di coda sulla finale. Il serbo, dopo questo grande sforzo profuso, non sembra essere più in grado di impensierire Murray, il quale a sua volta acquisisce grande fiducia da questo game vinto e non sbaglia più un colpo. Sarà infatti lui ad alzare le braccia al cielo, non prima di aver annullato due palle-break nel nono gioco, quello che vale il 6-3 finale.