È un nuovo Fabio Fognini quello che si presenta al Rogers Open di Toronto - e non solo per il discutibile look - sulla scia della vittoria del torneo di Umago e che, in poco più di un'ora, supera magistralmente Steve Johnson. Per la terza volta in altrettanti incontri lo statunitense cede al tennista ligure, abile fin dalle prime battute del primo parziale a dettare legge con il dritto e con le sue armi forti. Johnson stenta a trovare ritmo al servizio e fiducia ed il nervosismo - alla lunga - lo sfianca. Per  Fabio un successo importantissimo, che lo proietta verso un secondo turno contro l'altro americano Donaldson. 

Se alla vigilia si poteva pensare che la stanchezza e l'impatto con il cemento potessero inibire l'azzurro contro un avversario maggiormente pronto alla superficie, il primo game conferma tutto l'opposto, con Johnson che cede la battuta a zero denotando già i primi sintomi di instabilità al servizio e con un pessimo back di rovescio. Fognini ringrazia e sale 2-0 nonostante una non esaltante percentuale al servizio, confermata nei game successivi. Tuttavia l'italiano domina gli scambi, gestendo alla perfezione direzione e traiettoria dei suoi colpi, che feriscono più di quanto dicano potenza e precisione. Con calma olimpica il tennista di Arma di Taggia fronteggia il primo - ed ultimo - momento no del match: tre errori di dritto concedono il 4-4 all'americano, che però non si rinfranca dal pareggio, anzi. Immediato il contro-break, in controllo assoluto di sè stesso e della gara. Il nuovo Fognini sorprende per serenità e lucidità, che gli permettono di chiudere a zero il game del primo 6-4.

Anche l'avvio di secondo set sembra confermare il trend del primo, con Johnson che fatica tremendamente a convertire i propri turni al servizio complice la bravura dell'avversario e fin troppi errori di dritto. Il back di rovescio torna però a funzionare e incrina le certezze di dritto di Fabio che nel momento peggiore al servizio - nessun punto ottenuto con la seconda di servizio in tre game - salva con la prima due palle break che potenzialmente potevano rimettere in gioco lo statunitense. Archiviata la paura, affrontata con scioltezza e libertà d'animo e di braccio, i dubbi annebbiano la mente di Johnson, che cede definitivamente nel quinto gioco. A Fognini serve una minima accelerata per brekkare il già ferito avversario e tenere i successivi tre turni di servizio con personalità e fiducia, confermando l'ottimo momento di forma e conquistando un altro risultato di assoluto prestigio. 

Dalla terra croata al cemento canadese poco sembra essere cambiato nella sostanza, ciò che sembra essere cambiato - già da qualche settimana oramai - è l'atteggiamento più che positivo e tutt'altro che irascibile del numero uno del tennis italiano. La cura-Pennetta inizia a dare i suoi frutti.