Un bravissimo e applauditissimo Paolo Lorenzi accarezza il sogno di giocare alla pari con Andy Murray, lo fa per oltre due set ma si ritrova a cedere il passo in quattro parziali. Il cammino del tennista toscano a Flushing Meadows si ferma al terzo turno, ma nel complesso il suo Us Open è stato fantastico per tante motivazioni, tra le quali spicca, oltre al set strappato al numero 2 al mondo, anche il fatto di essere tornato in cima alla classifica italiana nel ranking mondiale.

Che non sarebbe stata una serata facile per Murray lo si è capito fin dai primi scambi, in cui Lorenzi ha provato subito a dare tutto, in barba alla maratona dell'altro ieri contro Simon. Partita equilibrata ed aperta a qualsiasi esito, con la prima svolta che arriva nell'ottavo game: break dell'azzurro che vola sul 5-3 e può servire per il primo set. La tensione del momento, però, gioca un brutto scherzo a Paolino, il quale gioca male per la prima volta dall'inizio del match e cede il servizio in malo modo allo scozzese, il quale riesce a salvarsi e a rifugiarsi in un tie-break quasi insperato. Lorenzi inizia bene e ottiene un mini-break, ma Murray sale decisamente di livello nei punti che contano e va a chiudere con il punteggio di 7-3, facendo salire il rammarico al suo rivale.

Lorenzi subisce la furia di Murray anche in avvio di secondo set, con il break immediato che sembra scavare un solco profondo, ma Paolino c'è soprattutto con la testa e con il cuore, e ottiene il contro-break che cancella tutto. Lo scozzese sembra soffrire, forse spiazzato da un avversario così volitivo e per nulla condizionato dalle recenti fatiche. C'è di più, visto che l'azzurro riesce a strappare ancora il servizio al numero 2 al mondo, per poi volare su un 5-2 che sembra fornire delle garanzie sulla buona riuscita del set. Tuttavia, ancora una volta Lorenzi patisce quasi l'emozione di poter vincere un set contro un giocatore di questa levatura, e toppando appena il secondo game in tutta la partita cede il servizio nel nono gioco, facendosi poi raggiungere sul 5-5. Murray, però, continua a non trovare il ritmo e la supremazia che credeva di avere, con il toscano che lo costringe ad allungare gli scambi e, di conseguenza, a sbagliare: il dodicesimo game è fantastico da parte dell'italiano, che ottiene il meritato break e l'ancor più meritato set, con il punteggio di 7-5.

Un gran game in risposta consente a Murray di partire bene anche nel terzo set, Lorenzi prova a restare dentro al parziale annullando anche un paio di chances per il doppio break. L'azzurro cerca di tenere botta, tenendo sotto controllo il ritmo dei vari scambi e tenendo sempre i piedi in movimento, contro un avversario che "accetta" punti un po' più lunghi e lavorati rispetto alle prime fasi dell'incontro. Tuttavia, lo scozzese sembra giocare con maggiore tranquillità e capisce che il momento è propizio per scavare quel solco che non è arrivato, ad esempio, nel secondo set, e con un altro break si porta sul 4-1. La fatica inizia ad impossessarsi di un Lorenzi comunque leonino ma comunque stanco. E in più c'è un Murray che gioca con il braccio più sciolto e con la mente più sgombra da pensieri e preoccupazioni, e che decide di chiudere il set quando vuole, cioè nell'ottavo game con un altro turno di battuta lottato ma vinto da campione: è 6-2.

Anche il quarto set si apre con Murray che strappa il servizio per poi annullare una palla del contro-break ad un Lorenzi spinto più dal cuore e dalla voglia, che non da un'effettiva lucidità fisica. Lo scozzese riesce anche a rimediare ad un eccesso di confidenza quando, nel sesto game, si fa rimontare da 30-0 ed è costretto ad annullare una palla-break. Paolo cerca comunque di onorare il campo fino alla fine, contro un Murray che dal canto suo, dopo il piccolo passaggio a vuoto precedente, torna a giocare in maniera molto solida. Alla seconda occasione, nel nono game e sul servizio di Lorenzi, il numero 2 al mondo chiude la pratica dopo oltre tre ore e un quarto, ma gli applausi, una volta tanto, non solo soltanto per lui.