Maturare. Nello sport in genere, specialmente nel tennis, questo verbo rappresenta il cruccio di ogni giocatore, spesso il monte da superare per fare il salto di qualità da giocatore mediocre a top 100, da campione a fenomeno, da giovane talento a professionista affermato.
La maturazione per uno come Gael Monfils non arriverà mai totalmente. Nella testa del francese il lavoro, il sudore, l'applicazione tecnica, non riusciranno mai a soppiantare quell'impulso dato dalla sana follia, dall'incoscienza e dalla voglia di dare spettacolo che lo contraddistingue. Posto questo punto fermo, si può osservare però come qualcosa sia cambiato, specialmente nell'ultimo anno. “Le persone dimenticano che anche noi tennisti cresciamo, ed io vedo le cose in modo diverso oggi”. Musica e parole proprio del tennista d'oltralpe.

“Le Monf” si appresta a partecipare alle sue prime ATP Finals della carriera, alla veneranda età di trent'anni. Sfruttando anche le difficoltà fisiche di Federer e Nadal, il francese ha rosicchiato posti nel ranking fino a terminare la stagione in sesta posizione, best ranking in carriera.
Guardando a sé stesso, Monfils può ritenersi più che soddisfatto dei risultati ottenuti in questo 2016, soprattutto per quanto riguarda la continuità di risultati, da sempre suo grande tallone d'achille assieme agli infortuni che ne hanno costellato i dodici anni di carriera. Il nativo di Parigi ha conservato l'integrità fisica per quasi tutto l'anno (escluso il virus che lo ha costretto a saltare l'Open di Francia ed i problemi alle costole delle ultime due settimane), ma soprattutto ha portato il suo gioco ad un livello superiore. Prima solidissima, colpi da fondo spesso brutali per potenza e rotazione, soluzioni a rete tutt'altro che inefficaci ma soprattutto una capacità atletica senza eguali nell'intero circuito. E poi, quella straordinaria capacità di coinvolgere tutti gli spettatori - dai chiassosi americani ai gentlemen inglesi - in qualsiasi parte del mondo, con la sua incontenibile simpatia e la genuinità di un ragazzo che si mostra (nel bene e nel male) così com'è realmente: risate, urla, smorfie, mosse da mimo d'altri tempi ma anche più di un uscita fuori dalle righe.
In questo anno solare, però, Monfils è stato capace di incanalare meglio anche rabbia e frustrazione, trasformandole in energia positiva per ribaltare le partite, cadendo solo raramente nelle sceneggiate che hanno costellato i suoi anni nel circuito, e che spesso hanno il solo effetto di deconcentrarlo ulteriormente dal gioco.

Source: Michael Reaves
Source: Michael Reaves

Guardando ai tornei, il francese è stato capace di essere protagonista lungo tutta la stagione, dai quarti di finale in Australia al titolo del 500 di Washington, con la finale vinta su Ivo Karlovic per conquistare il sigillo più prestigioso della carriera (dopo 5 vittorie nei tornei 250); ma anche le finali di Rotterdam (500, vinto da Martin Klizan due set ad uno) e del masters 1000 di MonteCarlo, con Monfils scioltosi nel terzo set dopo due rocamboleschi parziali di spettacolo puro contro Nadal.

Quindi, dopo una stagione del genere, quali pretese potrebbe avanzare il giullare del circuito ATP al cospetto dei più grandi nel torneo di Londra? Più che oneste. Il girone lo metterà di fronte ad avversari non impossibili: RoboNole, bestia nera di Monfils (13-1 di parziale dopo la vittoria francese in un futures di 12 anni fa), ultimamente ha subito un calo fisiologico dopo due stagioni giocate a livelli paradossali per un essere umano. Sarà difficilissimo superarlo nella classifica del girone all'italiana, ma per il secondo posto (valido per le semifinali) i concorrenti sono il convalescente Raonic e lo stakanovista Thiem, recordman per tornei giocati in questo 2016. L'atletismo, da sempre asso nel mazzo di Monfils, potrebbe quindi rivelarsi l'arma giusta per aver ragione di due tennisti non al 100% delle loro capacità, contando anche che il francese si è risparmiato – a malincuore - l'indoor casalingo di Parigi-Bercy per arrivare al meglio all'appuntamento che conta.

Insomma, tutti saranno molto curiosi di vedere l'approccio di Gael Monfils al suo primo “torneo dei maestri” ma, oltre a tanto spettacolo e qualche gag, non è detto che il francese non si riveli la mina vagante per sovvertire le gerarchie del ranking. Non ci resta che aspettare qualche giorno e goderci lo show.