Una luce fievole trapassa l'oscurità che pervade la 02 Arena, è il momento dei tennisti. Borsa in spalla, sguardo sornione e camminata da guascone, mentre lo speaker fa rimbalzare il tuo nome lungo tutto il perimetro dell'impianto. La nuvola di fumo ti avvinghia, poi scompare, e la contesa ha ufficialmente inizio. Le Finals impacchettano un'atmosfera unica, surreale, esempio lampante della modernità; i migliori protagonisti della stagione onorano lo show duellando sul cemento indoor.Tra gli 8 compare anche Jack Sock, alla prima esperienza nel torneo che incorona il Maestro. L'americano è l'outsider della competizione, il paggetto che regge i vestiti degli altri. Visto come un possibile sparring partner dalla critica, è pronto a sovvertire i pronostici in un gruppo che apostrofare come difficile è un eufemismo.

La stagione nel nativo di Lincoln inizia sotto i migliori auspici: vince due 250 nel giro di due mesi - Auckland vs Sousa; Delray Beach vs Raonic - in mezzo una partecipazione agli Australian Open conclusa al 3T contro Tsonga. Molto positivo anche lo switch americano, con la partecipazione al Sushine Double - Indian Wells, Miami - che lo vede semifinalista nel primo - battuto da uno straripante Federer - ed a due passi dalla finale nel secondo - fermato ai QF da Nadal. Si ripete a Houston - ottima SF persa al cospetto di un Johnson in trans tennistica - ma la magia scompare d'improvviso. Con l'avvento della terra, Sock sembra un altro giocatore, depauperato dai suoi pregi. Viene gettato subito fuori a Madrid da Mahut, mentre a Roma Nadal lo frena al 3T dopo due trionfi sofferti. Roland Garros e Wimbledon da dimenticare - 1T in terra parigina, estromesso da Vesely; 2T nel teatro londinese, piegato al 5° da Ofner. Torna il cemento americano, cospicuo assaggio con vista US Open. Fa quarti ad Atlanta, arriva in SF al Citi Open, perde subito nei due 1000: A Montreal ci pensa Ferrer - 67 63 16 al Round of 32 - a Cincinnati piazza il colpo Sugita. Nei tre successivi tornei - US Open, China Open e Shanghai - esce al 1T. Molto poco convincente anche a Stoccolma e Basilea, mentre compie l'impresa che lo trasporta a Londra nel 1000 di Parigi-Bercy. I contendenti all'8° posto disponibile deragliano, lui ha un unico risultato possibile e lo porta avanti; supera Edmund - turning match, con l'americano sotto 5-1 nel 3° - Pouille, Verdasco, Bennettau e Krajinovic in finale. 

Il gioco di Sock ruota intorno ad un dritto che arrota a più non posso. Lo usa in tutte le salse e la velocità di palla è a dir poco impressionante. Poggia anche sulla prima di servizio, ficcante, che gli consente di organizzare lo scambio. Allena anche il rovescio, discretamente solido in difesa. 

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About the author
Simone Cappelli
Divido la mia conoscenza sportiva tra calcio, tennis e basket. Il rettangolo verde è stato il mio primo amore ma con il tempo non ho saputo resistere al fascino di una schiacchiata in alley-oop ed a un dritto lungolinea. Amo tre giocatori alla follia, uno per sport. Il Re, Roger Federer, il play per eccellenza, Chris Paul ed un improbabile messicano scappato di casa, tale Javier Chicharito Hernandez