Tutti ricordiamo la vicenda Daniel Evans, tennista britannico che indisse una conferenza stampa il 24 Giugno scorso per annunciare al mondo la sua positività al doping, alla cocaina nella fattispecie. "E' un comportamento inaccettabile, ho deluso molte persone che credevano in me" disse Dan scuro in volto, mentre la schiera di giornalisti presenti al London Hotel faticavano a credere a quanto sentito. A distanza di due mesi, Luglio 2017, Thomaz Bellucci sarebbe caduto nella stessa rete, risultando positivo all'hidroclorotiazide, diuretico visto sotto una cattiva luce a causa del suo effetto, che lo rende un agente mascherante. 

La squalifica è scattata subito, ma i 5 mesi di stop decisi - riconosciuta l'involontarietà del fatto - non sono stati resi ufficiali, bensì provvisori, con Bellucci che a tempo debito spiegò la sua assenza dai campi appellandosi ad un infortunio al tendine d'Achille. Il processo del caso avrà fine tra pochi giorni e l'ITF metterà nero su bianco la squalifica avente validità retroattiva, visto che il brasiliano potrà nuovamente calcare i campi a partire dal 1° Febbraio. Una decisione strana, grottesca se vogliamo, visto che la stessa ITF aveva promesso trasparenza e chiarezza sul doping dopo il famoso caso Cilic - squalifica nascosta con un presunto infortunio al ginocchio - mentre il famoso silent ban tiene tutti all'oscuro sul caso e mette sotto esame tutti i più importanti organi che ruotano attorno al mondo della pallina. 

"Non ho mai assunto sostanze che violassero il fair play dello sport che pratico e che mi aiutassero ad aumentare le mie prestazioni in campo. Non credevo in alcun modo che un multivitaminico potesse avere un tale livello di contaminazione." ha dichiarato sicuro Bellucci, il quale ha sbadatamente comperato il farmaco in una farmacia, ottenendo così una facile contaminazione. L'ATP, nel frattempo, domani comunicherà la sospensione. Bellucci tornerà a Febbraio, lo aspettano a Quito, 250. Niente Australian Open, al suo posto - nel torneo di qualificazione - subentrerà Sam Groth.  

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Simone Cappelli
Divido la mia conoscenza sportiva tra calcio, tennis e basket. Il rettangolo verde è stato il mio primo amore ma con il tempo non ho saputo resistere al fascino di una schiacchiata in alley-oop ed a un dritto lungolinea. Amo tre giocatori alla follia, uno per sport. Il Re, Roger Federer, il play per eccellenza, Chris Paul ed un improbabile messicano scappato di casa, tale Javier Chicharito Hernandez