"Il tribunale della Federtennis oggi ha riconosciuto che la mia assunzione del Meldonium non fosse intenzionale. La federtennis ha utilizzato grandi risorse di tempo e denaro per dimostrare la mia volontarietà, ma non c'è riuscita. Hanno chiesto che io fossi squalificata 4 anni, ma la loro posizione è stata respinta. Perciò, visto che il tribunale ha concluso correttamente che non l'ho fatto intenzionalmente, non posso accettare una pena ingiusta. Farò appello immediatamente al Cas, la corte di arbitrato per lo sport. Mi manca il tennis e mi mancano i fan. Ho intenzione di lottare per quello che credo sia giusto ed e ' per questo che io voglio lottare per essere di nuovo sul campo da tennis al più presto possibile" (traduzione Gds)

Maria Sharapova risponde con effetto immediato alla sentenza del Tribunale della Federtennis. Nelle parole della tennista siberiana, non c'è traccia di resa. La Sharapova anzi lancia una stoccata alla Federtennis, sottolinea con forza la diversa decisione del Tribunale, rispetto all'iniziale richiesta di squalifica (4 anni). Una sentenza che, a detta di Maria, evidenzia la non volontarietà nell'assunzione del Meldonium. 

Da qui, la scelta di respingere il verdetto e avviare, al Tas, una crociata utile a ridurre lo stop. La squalifica ha effetto retroattivo, prende il via dal 26 gennaio 2016, giorno della positività di Maria a Melbourne. A seguire, la confessione in diretta mondiale, in una conferenza ancora oggi impressa nella mente degli appassionati.

Ora un ulteriore punto di svolta, il Tribunale opta per una via intermedia, colpisce, ma non affonda, Sharapova, a cui resta un ultimo appiglio, per evitare uno stop di due anni pesantissimo nell'economia della carriera. Attualmente, il rientro in campo è previsto per la fine del gennaio 2018, l'obiettivo è ridurre sensibilmente il fermo, per ripresentarsi in scena già dalla prossima stagione. 

Con la squalifica, tramonta anche il sogno olimpico. Maria Sharapova rinuncia definitivamente a difendere i colori della Russia a Rio.