A Bogotà, Colombia, il tennis italiano si risveglia dal torpore primaverile. Francesca Schiavone nobilita la polvere sudamericana, lotta per un'ora e quaranta prima di alzare l'ennesimo titolo di carriera. In finale, piega una coriacea Lara Arruabarrena 64 75, avvicina lo slam parigino e insinua il tarlo del dubbio nella mente degli organizzatori degli Internazionali d'Italia. Una risposta pesante, pallina alla mano, ai discorsi "maldestri" di questi giorni. Veterana di cuore, Francesca, capace di esaltarsi ed esaltare anche al tramonto di una lunghissima carriera. 

L'atto ultimo è, come da tradizione, una via crucis dai mille risvolti. L'avvio è di marca Schiavone, tiene il servizio e sigilla il break, sale, in un battito di ciglia, 30, col piglio di chi ha in pugno l'incontro. Stordita, la Arruabarrena si risveglia piano piano e sale di colpi. Nel quinto gioco, l'ingresso in partita, in risposta spaventa la Schiavone, ma il muro tricolore regge. La sfida si accende, in via definitiva, poco dopo. Nel settimo game, infatti, la milanese è a un passo dal baratro, deve fronteggiare quattro palle break, ma resta lì, ancorata alla partita, con una difesa di enorme tempra. 52 e gap consolidato. Un doppio fallo, sul 53, apre la strada al rientro spagnolo, contro-break. Una nube che si dirada rapidamente, perché la Arruabarrena non impatta, perde per la seconda volta la battuta ed il set è azzurro. 64.

L'avvio del secondo parziale è difficile, la Schiavone è sotto 15-40, ma, ancora una volta, gioca bene quando la pallina è pesante. Tiene al servizio e fa corsa di testa. La Arruabarrena c'è, è presente, infila la lama nel terzo gioco, è lei a guidare la partita. 31 iberico, con Francesca più volte in difetto. Il punto di volta, decisivo, nel corso del nono gioco, la Arruabarrena accarezza il parziale, per tre volte è a un punto dal terzo set, ma il braccio di ferro è italiano, 54. La spinta emotiva trascina poi Francesca al break. Annulla un set point, il quarto, e decolla, 55 e sorpasso. La Arruabarrena è ormai in calo, mentalmente sente la predominanza della Schiavone e cede così, quasi in modo naturale, il servizio, per la seconda volta. 75, ancora Schiavone, a 36 anni. Eterna.