Kristina Mladenovic ferma l'avanzata di Maria Sharapova. Accarezza il baratro, da lì risale, con calma ed intelligenza. Per un set e oltre è preda della feroce perfezione russa, poi ricuce, ricama, colpisce. Mentre la Sharapova accusa, prima volta nel torneo, le fatiche - soprattutto mentali - della lunga attesa, Kiki prende coraggio, alza la guardia e lancia l'offensiva. Il terzo parziale è un su e giù emozionale, strappa le redini del match, ma al tramonto vede l'ombra di Maria farsi minacciosa. Chiude in risposta e forse completa la sua ascesa nell'élite della racchetta. 

A contenderle il titolo, Laura Siegemund, un anno dopo sul medesimo rettangolo, sospinta dal boato di casa. Una wild card per entrare di diritto nel tabellone principale, una dimostrazione di cieca fiducia dopo un avvio di stagione in costante difetto. Il rosso accende la sorridente ragazza tedesca, è un concerto di bordate e smorzate, la palla corta come marchio di fabbrica, continue variazioni per mettere in scacco la Halep. 40 ad aprire la partita, prima del naturale riscatto rumeno. La Siegemund non si piega, fa corsa di testa, archivia la pratica in due set, il boato accompagna il suo avvento alla finale. 

La partita è in programma quest'oggi alle 15, difficile evidenziare una netta favorita. Esiste, tra le due, un unico precedente, lo scorso anno a San Pietroburgo, con vittoria della Mladenovic 61 al terzo. Nel complesso, la transalpina ha un'incollatura di vantaggio, sembra tennista rifinita, dal bagaglio tecnico più ampio, con colpi risolutivi. La superficie, però, livella la contesa e l'entusiasmo generale può sollevare la Siegemund. Incertezza ed attesa, dopo un torneo ai limiti della perfezione manca un ultimo scalino, la differenza tra vinti e vincitori. 

Semifinali 

Mladenovic - Sharapova 36 75 64

Siegemund - Halep 64 75

Finale - Ore 15 

Mladenovic - Siegemund