"Scommettere contro la Williams è sempre rischioso, parliamo di una campionessa in grado, a 37 anni, di sedersi al tavolo delle prime otto, di guadagnarsi due finali slam", la nostra presentazione giunge in soccorso per introdurre l'impresa della maggiore delle sorelle Williams, in grado, in assenza di Serena, pronta a tornare a breve, di nobilitare l'operato sportivo della famiglia. Venus sorprende, ancora una volta. Dopo un ingresso estremamente negativo nel torneo, con la performance opaca con la Pliskova, e la faticosa affermazione con la Ostapenko, riesce a strappare la sfida-spareggio alla Muguruza e a raggiungere, dopo otto anni, un'era tennistica, le semifinali nel torneo che racchiude le prime giocatrici di stagione. Intelligenza e classe, per cogliere le difficoltà di una rivale, Muguruza appunto, in evidente affanno. Diversi errori, l'incapacità di prendere con forza la partita, di difendere il vantaggio. Percorso inverso quello della nativa di Caracas, roboante in apertura, e poi via via dimessa. 

Non si gioca a un livello estremamente alto, anzi sono le mancanze delle due protagoniste a dettare la partita. Avvisaglie di tracollo da ambo i lati, occasioni in serie per la giocatrice in risposta. Manca giusto l'ultimo sigillo, quello in grado di rompere l'inerzia. Arriva sul 33, quando Venus perde le coordinate della battuta e regala il break alla Muguruza. Omaggio rispedito al mittente, perché Garbine non riesce a confermare l'allungo. Il set si trascina al tramonto senza una dominatrice. Sul 65, scacco americano. La Williams non concretizza le prime due palle set, ma la terza chance è propizia. 75 e montante in pieno volto a una Muguruza in confusione. 

L'approccio col secondo set è però favorevole alla campionessa "giallorossa". Un game fiume, staffilate continue, un braccio di ferro che premia la Muguruza e vale la rottura. Prende corpo una fase di profonda incertezza, in cui pallina alla mano le due contendenti - specie con la seconda - perdono la supremazia territoriale. La Muguruza è sempre la prima ad alzare la voce, la Williams mantiene ben salda la sua mano sulla contesa. Chiude il gap a ripetizione, poi mette la testa avanti, 54. Campanello d'allarme, tramonto a stelle e strisce. 15/40, ancora una volta. Col servizio la Muguruza. Il dritto tradisce poi la spagnola, è ancora Venus, sempre Venus. 64.