E’ stata una serata strana al San Paolo. A cominciare dal giro di campo in tono sommesso dei giocatori con la Coppa Italia in mano. La partita vera si gioca sugli spalti. Ciro Esposito, il tifoso azzurro ferito sabato a Roma,prima della sfida con la Fiorentina, è in fin di vita. I tifosi non hanno cantato, né esposto striscioni di appartenenza. Una sola grande scritta: "Siamo tutti Ciro Esposito”, a ricordare chi, in questo momento, ha cose ben più importanti con cui combattere che non per i 3 punti.. Da sottolineare i cori della Curva A contro i tifosi giallorossi: "Non finisce qui...". che, di certo, non aiutano a stemperare la tensione.

Senza posta in palio, Benitez rilancia Dzemaili, Mesto e Pandev dal primo minuto. Tante assenze invece nel Cagliari, con Pulga che risponde con un prudente 4-4-2. Sul campo non c’è stata partita. Il Cagliari è sembrato arrivare al San Paolo quasi rassegnato a una sconfitta che, di certo, non cambia la sua classifica. Il Napoli gioca subito palla a terra e dopo tre minuti è già pericolosissimo. Silvestri si salva su Hamsik e il tema della gara è subito chiaro..Poi dopo un ingenuo fallo commesso a sandwich da Conti e Astori su Pandev, che ha causato il rigore dell’1-0 trasformato (33′) da Mertens,Vantaggio meritato per la banda di Benitez, che poi continua ad accerchiare i rossoblù e al 43' raddoppia il bottino con Pandev.

Nella ripresa gara in discesa per la squadra di Benitez, che cambia passo e mette il Cagliari all'angolo. Al 56' Silvestri atterra Pandev in area e rimedia l'espulsione, ma Hamsik sbaglia il penalty e conferma l'annata storta.I sardi alzano bandiera bianca e per il tris del Napoli, infatti, basta aspettare un minuto. Ci pensa Dzemaili a firmare il 3-0 finale, dopo una bella azione sulla sinistra. Con l'uomo in più, gli azzurri sono padroni del campo e dilagano. Ma non è serata per esagerare e gli uomini di Benitez congelano la partita fino al triplice fischio e suggellano il terzo posto matematico in campionato con una bella vittoria.ma come come sabato sera, non riesce davvero a gioire.