Una notte, di pensieri e riflessioni. Il risveglio a Napoli è triste. Occhi gonfi di rabbia, delusione. La Champions resta un miraggio, dopo l'eliminazione ai preliminari con l'Athletic, il Napoli saluta anche la massima competizione europea del prossimo anno. Il “purgatorio” dell'Europa League accoglie De Laurentiis e il San Paolo, un ulteriore apprendistato in vista di una rivoluzione.

Si chiude l'era Benitez, si apre un progetto differente, per impronta e carattere della guida che verrà. Mihajlovic, fresco di divorzio dalla Samp, è il favorito, Emery un'illusione, Klopp una sensazione. Senza Champions, la rosa è ridotta, il profilo differente. Sinisa ha l'anima viva, accesa, è vicino all'idea di calcio diffusa a Napoli. Mihajlovic è trascinato dalle emozioni, talvolta cede all'eccesso, come la gente del Sud, di Napoli, amore e follia.

Il pacioso Benitez si risveglia, invece, dopo la notte della discordia, della sconfitta, della caduta, con il sorriso. Qualche sillaba, pacata, in stile Rafa, poi via veloce, c'è l'aereo per Madrid. Una parola, “sogno”, racconta l'avventura agli albori. Il Real, non più di Ancelotti, ora di Rafa, è la casa del tecnico spagnolo. Il Madrid riparte da Benitez, una scelta in stile Perez, destinata a dividere. Benitez torna a casa, dopo le meraviglie di Valencia, il miracolo di Liverpool, la parziale delusione di Napoli, riparte dalla Spagna e dalla piazza più esigente. Il Bernabeu storce il naso, accoglie Benitez, ma osanna Ancelotti. Anche a Madrid, come a Napoli, l'estate è torrida, il gioco delle pedine affascina Florentino, meno il pubblico bianco.

Il sogno di Rafa, le nuvole di Napoli, Perez e De Laurentiis, da Napoli a Madrid, il vento del cambiamento.