Partita bella e scoppiettante quella andata in scena in Costa Azzurra tra Nizza e Napoli. L'avvenieristica struttura che fa da palcoscenico alla sfida mette in mostra la forma scintillante della squadra padrona di casa, che dimostra ampiamente di essere in clima campionato: la gamba c’è, la lucidità anche. Quella stessa lucidità che verrà meno ai calciatori partenopei dopo un primo tempo eccellente, dove la squadra di Sarri ha messo in mostra quelle prerogative che saranno alla base del gioco degli azzurri durante la stagione. I dogmi dell’allenatore toscano iniziano ad essere assimilati e lo si vede soprattutto da metà campo in su, dove Valdifiori ha già in mano le redini della mediana e della squadra intera, facendo girare alla perfezione palloni ed interpreti. Non è da meno l’attacco, che attraverso fitte trame in velocità mette sempre sotto scacco la difesa avversaria.

Così come lo si era visto nelle prime tre uscite contro avversarie di minore blasone, il Napoli conferma contro i francesi, undicesimi nell’ultima Ligue 1, una fase offensiva di tutto rispetto: anche se siamo soltanto ai primi di agosto, con le gambe ancora pesanti, con la testa ancora offuscata dai carichi di lavoro e dalla scarsa lucidità che ne deriva, ciò che si vede sul terreno di gioco ogni volta che gli azzurri scendono in campo è la chiara dimostrazione che il lavoro di Sarri sta iniziando a dare i suoi primi frutti. La squadra è compatta, quando sale in pressione si stringe all’interno di 40/50 metri di campo e toglie spazi e fiato alla manovra avversaria, provando ad asfissiare i portatori di palla e ripartire in velocità. Tutto fatto molto bene, soprattutto quando le energie lo concedono e le ripartenze sono finalizzate dal solito trio offensivo che abbina, come spesso accadeva lo scorso anno, velocità, imprevedibilità e tecnica: gli scambi tra Insigne, Mertens e Callejon sono rapidi e fruttano tante occasioni da rete. Il pensiero va, ovviamente, a quando in campo ci saranno anche Gabbiadini e Higuain: a Napoli ne vedranno delle belle.

Lo schema sarriano sembra pagare i suoi primi dividendi, soprattutto nel vedere Allan e David Lopez arginare con facilità e aggressività le offensive avversarie. Il brasiliano acquistato dall’Udinese sta assumendo sempre più diligenza nel centrocampo dell’ex empolese: lo si legge nei movimenti, lo si legge nell’atteggiamento di un ragazzo che oltre alla solita voglia, abnegazione e cattiveria agonistica, sembra iniziare ad usare anche la materia grigia della quale è ampiamente dotato. Lo spagnolo sembra essere già a suo agio, e sebbene in molti non si spieghino il suo valore tattico e tecnico, la sua presenza in ogni fase di rottura del gioco avversario ne testimonia l’importanza ed l'utilità sul terreno di gioco: certo, l’iberico non è un fulmine di guerra, e quando viene colto in velocità fatica, successivamente, a trovare nuovamente la posizione. Al centro dei due mastini, in attesa di vedere la linea mediana con gli inserimenti e la tecnica di Marek Hamsik, Valdifiori spadroneggia, come se avesse giocato con questi ragazzi già da tempo. La naturalezza dei movimenti, sebbene già conoscesse a menadito gli schemi di Sarri, desta sempre maggiore scalpore ad ogni pallone toccato: sempre la giocata giusta, sempre un passaggio o un lancio preciso a creare un vantaggio per gli attaccanti o per le aperture sulle corsie laterali. Insomma, Valdifiori è già ampiamente calato nella mentalità partenopea e nel suo nuovo ruolo.

Chi sta beneficiando maggiormente delle invenzioni del regista sono i tre attaccanti, che oltre ad aver già immagazzinato tutte le nozioni degli schemi di Sarri, sembrano conoscere già in partenza quali sono le idee del compagno di squadra. Scatti in profondità, nello spazio centrale spesso preso da Insigne, o ad allargare gli spazi, come fanno spesso Mertens e Callejon verso le fasce, sono sempre serviti alla perfezione da Valdifiori, che inizia l’azione fornendo velocità ed imprevedibilità alla manovra. Ovviamente, così come nelle azioni dei due gol, serve anche l’abilità e la maestria del trio d’attacco, abilissimo a scambiare per arrivare alla conclusione, così come l’assist del belga per Callejon, oppure crearsi soluzioni personali palla al piede, vedi l’azione di Mertens per il raddoppio partenopeo. Oltre ai gol, tanto, tantissimo altro, che però spesso non sfocia in chiare e nette occasioni da rete per mancanza di cinismo del trio offensivo, intento spesso a cercare maggiormente la giocata ad effetto che la finalizzazione.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica e se fin qui abbiamo parlato ed analizzato ciò che sembra andare per il verso giusto dopo un mese di lavoro, c’è anche, come spesso accade all’ombra del Vesuvio, il rovescio della medaglia, che riguarda il reparto difensivo. I soliti problemi della retroguardia partenopea, che hanno caratterizzato l’era Benitez al Napoli, sembrano sempre frequenti. Chiaramente non ci si aspettava da Sarri, in un mese di lavoro, di guarire tutti i mali della retroguardia partenopea, ma gli errori, individuali e di reparto, che si sono visti nelle uscite contro FeralpiSalò, Cittadella e ieri contro il Nizza sembrano destare le prime preoccupazioni all’ex allenatore dell’Empoli. Al netto delle assenze di Reina ed Albiol, che sono due capisaldi della difesa del Napoli, gli errori del pacchetto arretrato in occasione del pareggio transalpino, e l’errore marchiano in marcatura di Koulibaly sul 3-2 fanno riflettere, oltre che arrabbiare notevolmente, mister Sarri. Ciò che l’allenatore aveva sottolineato in conferenza stampa qualche giorno fa si è rivelato ancora una volta vero.

Sul secondo gol il Napoli ha lasciato, dopo esser stato infilato a centrocampo, troppo spazio all’avversario, che come spesso accade ha avuto troppo tempo per mirare in porta e battere Gabriel. La terza marcatura francese, invece, se la porta sul groppone Kalidou Koulibaly, ancora assatanato della sfera piuttosto che pensare alla marcatura dell’attaccante che ovviamente libero nella sua zona di competenza, ha tutto il tempo di battere a rete. Errori banali, ma resi ancor più gravi dal concetto che li lega alla base di ognuno: il problema è mentale più che tecnico, con Sarri che dovrà continuare ad usare il suo drone per analizzare problemi e trovare le dovute soluzioni del caso. Non abbiamo appositamente nominato il gol del vantaggio del Nizza, colpa del giovane portiere brasiliano Gabriel: sia chiaro, un infortunio può capitare al miglior Buffon e non è certo da mettere alla ghigliottina un giovane portiere per un errore in un’amichevole estiva per quanto palese esso sia.

20 giorni e sarà campionato. Al netto di aspetti positivi e negativi, il Napoli di Sarri sembra convincere e non poco, nonostante i soliti errori difensivi. Venti giorni di duro lavoro sulla fase difensiva, in attesa di qualche altro regalo dal mercato prima di affrontare a Reggio Emilia il Sassuolo. Lì non saranno più ammessi errori. Lì non si potrà più sbagliare.