Incognita Zúñiga: tante domande, poche risposte. Quale la soluzione migliore?

Uno dei casi di questo Napoli è quello legato a Camilo Zuñiga, che ormai da due anni non veste la casacca azzurra: andrà via oppure rimarrà all'ombra del Vesuvio?

Incognita Zúñiga: tante domande, poche risposte. Quale la soluzione migliore?
Incognita Zúñiga: tante domande, poche risposte. Che soluzione?
Goncalo66
Di Gonçalo Marques

Juan Camilo Zúñiga, 29 anni (30 a Dicembre), è arrivato al Napoli nella stagione 2009/2010. Dallo scetticismo dei tifosi, alla sua consacrazione con Mazzarri, che l'ha "disciplinato" e trasformato in un terzino vero. Lo stesso Zúñiga lo diceva in un intervista alla Gazzetta dello Sport nel 2013: "A Mazzarri posso solo dire grazie. Mi ha cambiato, credendoci più di me. Io neanche ci pensavo che un giorno sarei diventato un esterno di sinistra. Mi ha martellato, mi ha trattato come si fa con i bambini alla scuola calcio: vieni qua, ci si mette così, questa è la diagonale, calcia così...".

L'interesse dei grandi club italiani nei suoi confronti ci è sempre stato, e nel primo anno di Benítez a Napoli: il colombiano era stato fortemente voluto persino dalla Juventus. Chi dimentica quella serata, quando subentrò nella partita amichevole contro il Galatasaray tra i fischi del pubblico e, ironia del destino, pochi minuti dopo realizza la rete che tramuta le invettive nel coro del San Paolo "chi non salta juventino è". Gli applausi prima, il rinnovo del contratto poi, che lo consacra come uno degli elementi più pagati del Napoli, dove percepisce un ingaggio di 3,2 milioni lordi. Il rinnovo viene ufficializzato nel giorno della partita a Londra contro l'Arsenal, e da lì, non si vede più Zúñiga, fino a maggio, dove subentra nella partita contro la Sampdoria.

Viene operato subito a settembre a Roma, a Villa Stuart dal Prof. Mariani, al ginocchio destro, per curare i costanti fastidi avvertiti al menisco dopo un'operazione fatta qualche anno prima. Dopo l'artroscopia, lo stesso professore lascia in ansia il Napoli, e anche i suoi tifosi: "Aspettate a cantare vittoria: io riparo, non guarisco. Le manifestazioni degenerative ci sono e restano. Gli effetti negativi di una meniscectomia  esterna ci sono stati e ci saranno. Ho promesso al Napoli che proverò a portare Zúniga così com'era l'anno scorso. Adesso Zúñiga deve fare riabilitazione e, al termine, capiremo se tornerà il calciatore di prima. Il colombiano ha avuto un incidente di percorso, un trauma sull'articolazione che ha rotto un equilibrio".

Con il Mondiale alle porte, il terzino riesce a farsi vedere ancora una volta nell'ultima partita stagionale contro il Verona, nella quale Benítez gli concede qualche minuto. Pur giocando poco alla fine arriva la convocazione. Titolarìssimo con la sua Colombia dove arriva ai Quarti di Finale, eliminata dal Brasile, nella famosa partita dove lo stesso Zúñiga manda Neymar in ospedale e lo esclude definitivamente della competizione.

Nella scorsa stagione, una sorta di 'dejá vù': inizia bene la stagione, giocando 6 partite da titolare, per poi fermarsi ancora una volta. L'ultima partita la fa nel 19 settembre 2014, a San Siro, contro l'Inter. Nel 10 novembre, esce un comunicato ufficiale del Napoli: "La SSC Napoli comunica che Camilo Zúñiga sarà ricoverato questa sera per un paio di giorni presso la Clinica San Rossore di Pisa per una valutazione del Professor Enrico Castellacci su un eventuale trattamento con cellule staminali". Nel frattempo, il Napoli prende Strinic, chiaro segno che la società non può/vuole/riesce a puntare più sul giocatore.

Il colombiano effettua il trattamento a Castelvolturno, per essere più vicino al gruppo, e nel 13 febbraio 2015, esce un nuovo comunicato dalla società: "Il professor Enrico Castellacci ha visitato Camilo Zuniga presso la clinica San Rossore di Pisa ed ha trovato le condizioni del calciatore soddisfacenti dopo il trattamento effettuato nel novembre scorso. Zúñiga continuerà pertanto il previsto programma di recupero". Notizie positive, con il calciatore che evitava un nuovo intervento. Continua il lavoro differenziato insieme ad Insigne, anche lui che infortunatosi qualche mese prima nella gara contro la Fiorentina. Le speranze inizialmente erano che il giocatore potesse tornare a giocare a fine marzo, inizio aprile, poi il brusco risveglio. Rientra in campo tra gli applausi del pubblico nella gara contro il Dinamo Mosca il 12 marzo, e dopo essere entrato dalla panchina nella gara di ritorno contro i russi e poi contro la Fiorentina, il 12 aprile, da quel giorno si perdono nuovamente le sue tracce.

La Copa América si giocava in estate e ancora una volta il terzino ce la disputa, giocando addiritura tre partite da titolare. German Ulloa, medico della nazionale colombiana, prima che il giocatore raggiunga il ritiro, garantisce che il giocatore è guarito: "Adesso può giocare, il suo recupero è completo. Ora si sta allenando col Napoli, seguito dallo staff del club. Camilo non lo vedo dall’anno scorso, ma sono spesso in contatto con lo staff medico azzurro con cui mi confronto. Ecco perché vi sto confermando il recupero del giocatore. Quando giocò il Mondiale era guarito, ma una volta tornato a Napoli ha avuto una ricaduta improvvisa ed è dovuto tornare sotto i ferri. Comunque ora il fatto che si alleni normalmente sta ad indicare che è pronto per giocare, anche la nostra nazionale ricomincerà a monitorarlo per decidere se convocarlo o meno. Il ginocchio di Camilo è stato curato con le cellule staminali dal dottor Castellacci. Schierarlo non dipenderà da noi, io posso solo confermare il suo recupero. Il suo è stato uno degli infortuni più brutti che un calciatore possa subire".

E ora? Il giocatore è presente a Castelvolturno, dove si allena con la squadra, ma resta in attesa dei sviluppi sul mercato. Il Napoli sembra disposto a lasciarlo andar via, e subito si sono fatti avanti Fiorentina, Sampdoria, Galatasary e Porto. Nelle ultime ore, secondo quando riferito dal quotidiano portoghese Correio da Manhã, anche il Benfica si è inserito alla corsa al colombiano. La domanda che ci si pone a questo punto è solo una: Zúñiga è guarito oppure no? La risposta è sempre più prossima al 'si': impossibile che società importanti come quelle dette sopra, non conoscano i problemi del colombiano al ginocchio. Ma se il giocatore sta bene, non potrebbe essere un "rinforzo" per Sarri? Si e no. Perchè le qualità di Camilo Zúñiga sono ben conosciute dai tifosi e anche dalla stessa società, che sembra però maggiormente intenzionata a liberarsi di un calciatore visto il suo lauto ingaggio. Se rimane o parte, non si sa, ma una cosa è certa: Zúñiga, se sta bene, è il miglior terzino della rosa del Napoli.

Il 'caso' non finisce qui.