37 apparizioni ed un gol (contro il Palermo al San Paolo nel famoso 3-3). Queste tutte le presenze collezionate dal gigante francese nella stagione precedente con la maglia azzurra del Napoli, quando alla guida dei partenopei c'era Benitez come mentore. Partito con ottime prospettive e con discrete prestazioni, Kalidou Koulibaly ha pagato, così come il resto della squadra e dell'intera retroguardia azzurra, una serie di prestazioni scialbe e deludenti. Dentro Britos, fuori Koulibaly, società sul banco degli imputati per l'acquisizione del difensore. Molti volevano già quest'anno, nella sessione di calciomercato conclusasi da poco, una sua cessione, non credendo in un suo ottimale utilizzo nella stagione novizia. Tuttavia, con l'arrivo di Maurizio Sarri e del suo staff, tutto questo (per fortuna del Napoli n.d.r.) non è accaduto, anzi.

Non curandosi di stampa e opinionisti, l'allenatore toscano ha preso quel giocatore che appariva un tenero e serafico agnellino, trasformandolo letteralmente in un leone che divora e sovrasta qualunque avversario. Volendo enucleare una disamina oggettiva, Koulibaly, 1.95 cm per 89 Kg, riesce a coadiuvare una spiccata prestanza fisica ad una notevole velocità, nonstante la sua grossa mole, e abbina un ottimo controllo di palla ad una discreta tecnica di base. Calcia con entrambi i piedi, sfoderando frecce al suo arco sempre più utili per l'intera squadra, come la sua precisione nei lanci di lunga gittata (molto più precisi e calibrati di quelli di Albiol). 

Rispetto alla stagione passata, la sua crescita si nota specialmente nell'aspetto mentale e di concentrazione (nonstante qualche black-out come per esempio contro la Juventus e il Legia Varsavia, retropassaggi pleonastici). In aggiunta ad una condizione fisica ottimale, dettata da grande diligenza, un ottimo senso della posizione, anticipo sull'avversario (e Bacca del Milan ne sa qualcosa nell'ultima sortita a San Siro) ma soprattutto maggiore consapevolezza dei propri mezzi e qualità.

Certo è ancora troppo presto per formulare dei giudizi oggettivi, ma sono palesi i suoi miglioramenti in diverse fasi del gioco, probabilmente frutto delle accuratezze tecniche e tattiche di Sarri. Classe 1991, con ampi margini di miglioramento. Per il Napoli e i suoi tifosi questo non può che far piacere.