Napoli, Jorginho: "Nel centrocampo a tre mi trovo meglio. Crediamo allo Scudetto, ci proveremo"

Il centrocampista italo brasiliano ha commentato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli il momento della squadra partenopea, guardando alla sfida contro la sua ex squadra, il Verona, oltre a commentare la sua mancata convocazione in nazionale e gli obiettivi del suo Napoli.

Napoli, Jorginho: "Nel centrocampo a tre mi trovo meglio. Crediamo allo Scudetto, ci proveremo"
Napoli, Jorginho: "Nel centrocampo a tre mi trovo meglio. Crediamo allo Scudetto, ci proveremo"
andrea-bugno
Di Andrea Bugno

Da possibile partente a titolarissimo. La parabola di Jorge Luiz Frello Filho, detto comunemente Jorginho, è quella che maggiormente colpisce all'interno del gruppo Napoli che vola sotto i dettami tattici di Maurizio Sarri, che oltre a riportare la chiesa al centro del villaggio ha ri-piazzato l'ex Verona al centro del campo, circondato da fidati scudieri che ne proteggono possesso e geometrie. In questo contesto Jorginho sta mettendo in mostra tutte quelle qualità che erano andate perse nel biennio di dominazione spagnola, non per demeriti dell'allenatore ma per incongruenze di tipo tattico. 

"Sinceramente si, nel centrocampo a tre riesco ad esprimermi meglio e stiamo vedendo i risultati. Tutto questo riesce grazie all'aiuto del mister e dei miei compagni. Quanto mi aiuta avere Allan accanto? Lui è un grandissimo calciatore e lo stiamo vedendo. Aiuta tanto tutta la squadra, fa un lavoro impressionante. Avere Allan ed Hamsik a fianco ti facilità molto".

Dall'aspetto tattico a quello mentale, fondamentale per esprimersi al meglio: "Mi sento bene, mi sto esprimendo al top, ringrazio Sarri e i compagni per il sostegno che mi danno. Sono molto contento il merito è di tutta la squadra e dello staff tecnico se sto facendo bene. Qui non conta chi gioca ma conta la squadra". Oltre la modifica tattica, dunque, è cambiato qualcosa anche dal punto di vista dell'atteggiamento e della cattiveria agonistica: "Forse non si notava, secondo me ho sempre avuto questa cattiveria ma la cosa più importante è la squadra e quello che stiamo facendo. Non ci sono undici titolarissimi, tutta la rosa è importante. Chi scende in campo è molto bravo e dà lo stesso contributo alla squadra".

Restanto in tema di mentalità, in campo, Jorginho spiega quella che Sarri ha cercato di innestare all'intero del gruppo partenopeo: "La mentalita del mister è la stessa mia, a me piace pressare e recuperare palla in avanti. Credo che la tattica migliore sia quella di difendere con la linea alta e con Sarri ci stiamo riuscendo. Quando ti difendi bene poi col potenziale offensivo che abbiamo prima o poi il gol arriva".

Alla ripresa del campionato Jorginho si troverà, per la seconda volta da quando è arrivato a Napoli, ad affrontare a Verona il suo Hellas, che non vive un periodo facilissimo, senza nessuna vittoria in campionato: "Sì e so che ci aspetta una trasferta molto difficile davanti a una tifoseria molto calda. C’è anche una rivalità forte con il Napoli e quindi giocheremo su un campo che sarà duro. Non conta la classifica che ha il Verona perché ogni partita ha una sua storia e loro vorranno tirarsi fuori dalla zona calda. Dovremo dare in cento per cento per cercare di ottenere un buon risultato".

Sulla chiamata da parte della Nazionale italiana di Conte, il play del Napoli si sbilancia, affermando di esserci rimasto male per la mancata convocazione: "Un po' si ma il mister fa le sue scelte, io rimango tranquillo perchè il mio primo pensiero è il Napoli e far bene qua".

Infine, inevitabile il pensiero del regista italo-brasiliano riguardo gli obiettivi stagionali, con lo Scudetto sempre in primo piano: "Noi ci proviamo sempre. Se non dovessimo riuscire non sarà un dramma, ci sono altre squadre forti in campionato e dovremo continuare su questa strada. Mancano tanti mesi e non possiamo mollare una virgola, bisogna lavorare e restare concentrati partita per partita. Siamo un bel gruppo, c’è una rosa importante e unita, non ci sono titolari e riserve ma tutti ci stiamo dimostrando all’altezza del compito e quelli che entrano stanno dando un apporto fondamentale. La cosa principale non è il singolo ma che la squadra vinca".