Napoli, il pagellone della prima parte di stagione

Giro di boa della stagione, tempo di primi bilanci: queste le pagelle degli azzurri. Tante le sufficienze in casa Napoli, soprattutto tra i titolarissimi che hanno trascinato i partenopei nella striscia positiva andata dalla prima alla quindicesima giornata.

Napoli, il pagellone della prima parte di stagione
Napoli, il pagellone della prima parte di stagione
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Di Andrea Bugno

Con la importantissima vittoria per 3-1 sul campo di un’ostica Atalanta, che ha messo fine ad una mini-crisi dove il Napoli di Sarri aveva conquistato solo un punto in due gare, si è ufficialmente conclusa la prima parte di stagione azzurra,con più alti che bassi e, soprattutto, con una consapevolezza assunta nei propri mezzi e nelle proprie certezze che, alla vigilia dell’inizio di stagione era tutt’altro che utopia oppure il più piacevole dei desideri. Per ripercorrere l'annata e i suoi protagonisti, Vavel oggi propone il classico pagellone di metà stagione: Higuain e Reina i protagonisti davanti a tutti, Koulibaly, Hysaj, Allan e Jorginho le sorprese più belle, Albiol ed Hamsik i ritorni più graditi.

Reina 8 – Un mezzo voto in più, per il portiere spagnolo tornato all’ombra del Vesuvio dopo una stagione di esilio in terra bavarese, lo merita per le due parate, a dir poco provvidenziali, che hanno concesso al Napoli di conquistare i tre punti contro l’Inter. Non solo, ovviamente: l’iberico è certezza tra i pali, martello costante nelle orecchie di Albiol, pilota fantastico del joypad che lo lega a Koulibaly, collante e personalità fuori dalle righe di uno spogliatoio finalmente sereno e coeso.

Hysaj 7 – Sufficienza piena per il classe 1994 proveniente da Empoli. Prime gare in grossa difficoltà, a causa però più dell’assenza di Ghoulam che lo relega sull’out mancino, che per demeriti suoi. Certo, con lo spostamento a destra, sua fascia naturale, migliora nelle prestazioni, esaltandosi in fase difensiva dove emerge per intelligenza tattica, diligenza e semplicità nei disimpegni.

Maggio 6 – Il buon Christian è rimasto chiuso, inevitabilmente, dal più duttile e attento albanese, visibilmente più puntuale in fase difensiva rispetto al vicentino. Non demerita in Europa League, dove c’è più da attaccare che difendere, ma comunque svolge il compitino senza infamie e senza lodi.

Albiol 7 – Finalmente è tornato leader del pacchetto difensivo. Comanda Koulibaly, non esce (fatta eccezione per il gol della Fiorentina) al di fuori della linea difensiva senza criterio come in passato. Inoltre, merito più grande, dopo l’errore in scivolata contro la Sampdoria che causò il pareggio dal dischetto doriano, non entra più in scivolata senza avere la certezza di centrare la sfera.

Koulibaly 7.5 – Impressionante la crescita mentale del franco-senegalese, migliorato grazie ad un Albiol ritrovato, ad un Reina alle sue spalle che lo guida e gli da sicurezza, ad una fiducia ritrovata nei suoi mezzi dopo la debacle della seconda parte di stagione scorsa. Dei mezzi fisici, atletici e tecnici, eravamo già a conoscenza. Adesso il difficile: confermarsi a questi livelli è sempre più difficile, ma le qualità sono assolutamente pure.

Chiriches 6.5 – Senza sbavature l’esordio del rumeno in maglia azzurra. Da certezze al reparto, senza far mai notare l’assenza dei due titolari.  Lo fa in campionato quando Koulibaly è assente per infortunio o squalifica, lo fa in Europa quando prende con sicurezza il posto di Albiol. Impreziosisce i primi mesi con il gol vittoria a Brugge.

Ghoulam 6.5 – Pendolino inesauribile l’algerino, sempre bistrattato per le prestazioni deludenti soprattutto in fase difensiva. L’assetto di Sarri gli permette di non eccedere in fase propositiva, dando sempre uno sguardo alle retrovie, dove viene quasi sempre assistito da Hamsik in fase di copertura. Quasi mai, il Napoli, si è trovato a soffrire nella sua zona di competenza.

Strinic s.v – Il croato ex Dnipro è stato penalizzato, per gran parte di questo inizio, da un infortunio che lo ha tenuto per più di un mese lontano dai campi. Al suo ritorno, in Europa League, si prende il ruolo con personalità, anche se non ha la gamba dei primi giorni partenopei, anche se sembra in condizione crescente. Sarà senz’altro utile nel prosieguo della stagione.

Allan 7.5 – Impressionanti i due mesi che vanno da metà settembre a metà novembre del brasiliano ex Udinese. Un motorino instancabile, che pressa, recupera palla, aiuta la difesa e, all’occorrenza si inserisce alla perfezione, realizza e serve assist ai compagni. La ciliegina che mancava sulla torta azzurra da tempo: Allan è, di fatto, l’acquisto più centrato del mercato estivo del Napoli, probabilmente anche di tutta la Serie A intera, anche se molti fanno fatica ad ammetterlo.

David Lopez 5 – Insufficienza per l’ex Espanyol. Più che per demeriti in qualche situazione di gara, perché per caratteristiche fisiche e tecniche in questo tipo di sistema c’entra ben poco. Lento e macchinoso, poco mobile con le gambe, cerca in fase di ripiegamento di sopperire con la diligenza e l’intelligenza tattica per trovare il giusto posizionamento, ma spesso è fuori posizione. Fa rimpiangere spesso il brasiliano titolare.

Jorginho 7 – Impeccabile l’italo-brasiliano, tornato nella posizione ideale nella quale si è imposto nel Verona di Mandorlini. Braccio in campo degli schemi messi in atto dalla mente di Maurizio Sarri: regista perfetto che detta tempi e scandisce i ritmi di ogni gara del Napoli. Sbaglia di rado un passaggio, così come la scelta della giocata da effettuare, a volte però, eccede cadendo in banali errori, ma niente di irrimediabile.

Valdifiori 5.5 – L’ex regista dell’Empoli paga oltremodo lo scarso adattamento iniziale al 4-3-1-2 e, successivamente, perde le misure con il cambio di modulo voluto da Sarri. Anche la pressione di una piazza molto più ambiziosa della provincia toscana influisce sul suo rendimento, che però è in crescita nelle ultime gare di Europa League. Alla ripresa del campionato, sarà protagonista contro il Torino: qui si parra la tua nobiltate.

Hamsik 6.5 – Finalmente vivo lo slovacco, che ritrova vigoria e giocate a lui più congeniali partendo nel ruolo naturale di mezzala sinistra. Pecca solo nelle ultime due partite, dove perde lucidità e precisione negli appoggi e nelle conclusioni. E’ lui che cambia spesso il volto alla squadra con accelerazioni ed inserimenti, meriterebbe un voto più alto per quello che ha fatto vedere, ma glielo abbassiamo perché da un giocatore delle sue capacità ci si aspetta tanto altro, soprattutto sotto porta.

Chalobah 6 – Ottimo l’impatto, seppur ritardato, con l’Europa League. Fa intravedere giocate di grande classe, una buona intensità ed uno spirito da combattente puro: talento e voglia non mancano, certo è difficile emergere in una realtà che mira ad avere giocatori già pronti all’uso.

El Kaddouri 6.5 – Piacevolissima sorpresa, forse conferma, quella del marocchino ex Torino. Finalmente gli viene data una possibilità concreta di dimostrare il suo valore, tecnico e tattico, con discreta continuità: anche se non gioca nel ruolo congeniale (mezzala sinistra, ma in un centrocampo a cinque, con compiti diversi da quelli di Hamsik), si adatta con spirito di sacrificio a quello di alternativa all’esterno d’attacco e, in tutte le sue presenze in Europa, ma anche in campionato, mette sempre la sua firma sulla prestazione.

Callejon 7 – Meriterebbe 10 per abnegazione e spirito di sacrificio: lo vedi correre a destra ed a manca i dal primo all’ultimo secondo, in attacco per raggiungere una palla sul fondo come nelle retrovie per una diagonale difensiva a centrocampo. Il vero barometro di questa squadra è lui: imprescindibile in copertura, impeccabile per intelligenza e sagacia tattica nel posizionarsi sempre al posto giusto. Manca qualcosa, ma arriverà, state tranquilli.

Insigne 7 – Voto che poteva essere ben più alto se, nell’ultimo periodo, non si fosse leggermente seduto sugli allori di due mesi giocati a livelli impensabili: gol, assist, prestazioni esaltanti del furetto partenopeo hanno forse fin troppo esaltato il talento di casa Napoli. In parte, anche una condizione fisica che, ovviamente, è venuta a mancare, privandolo così come ad altri azzurri, di lucidità e cinismo. Tuttavia, la grinta la mette sempre.

Mertens 6.5 – 8, forse qualcosa in più, per l’ultimo mese. 5 per l’assenteismo della prima frazione di stagione. Certo, l’infortunio ha condizionato gran parte della sua frazione di stagione, ma ad inizio stagione ha pagato oltremodo il suo essere diesel nell’entrare in condizione. Un crescendo che anche nelle passate stagioni ha scandito la crescita del belga, che da dicembre in poi ha sempre fatto la differenza, il più delle volte in positivo. Prosit!

Gabbiadini 6.5 – Cosa si può dire al giovane Manolo, costretto in panchina solo perché davanti c’è uno che fa 16 gol in 17 uscite e, a destra sembra chiuso da una non perfetta propensione alla fase difensiva. Come dare torto a Manolo, che meriterebbe ben altro spazio visti i colpi di genio messi in scena in Danimarca, al San Paolo in Europa League ed i guizzi, seppur sporadici in campionato. Come dare torto a Sarri che ha avuto a che fare con una macchina pressoché perfetta. L’infortunio l’ha tolto dai giochi nel momento nel quale sarebbe stato probabilmente più utile. La gara contro la Roma grida vendetta: pazienta, Manolo.

Higuain 8.5 – C’è qualcos’altro da dire? 16 gol in campionato, titolo dei capocannonieri quasi in ghiaccio, una leadership tecnica e finalmente agonistica finalmente propria. L’inizio di stagione è tutto suo e nessuno può toglierlo al Pipita: decisivo ovunque, in casa come fuori, di destro come di sinistro, persino di testa a Bergamo. Serenità ritrovata, unita a schiettezza ed umiltà le armi di Sarri, che lo ha convinto a lasciarsi andare ai suoi istinti, annientando le paure che lo hanno attanagliato nello scorso finale di stagione. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino…

Sarri 8 – La capacità di entrare fin da subito nella testa dei giocatori era la conditio necessaria per iniziare al meglio il suo lavoro, fatto di sacrificio e dedizione. Senza la causa, non sarebbero scaturite una serie di conseguenze, mentali quanto tecniche, che hanno permesso al giocattolo Napoli di uscir fuori alla distanza per qualità e quantità di gioco. E’ bello il Napoli di Sarri, forse fin troppo. Gli azzurri hanno toccato il cielo con un dito, prima di cadere nuovamente: la sfida, adesso, è quella di far digerire presto alla squadra questi successi, facendo tornare lo stomaco nuovamente vuoto ed affamato in vista dell’arrivo di maggio, quando si farà la conta finale dei successi del maestro di campagna.