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Nba, Atlantic Division Preview: Boston o Toronto?

Analisi dell'Atlantic Division, che potrebbe essere teatro di uno scontro appassionante tra Celtics e Raptos. C'è grande attesa nel vedere l'incognita New York ed i giovani Sixers. Per Brooklyn l'obiettivo sembra invece quello di evitare l'ultimo posto nella lega

Nba, Atlantic Division Preview: Boston o Toronto?
Quest'anno l'Atlantic Division sembra essere un affare tra Boston Celtics e Toronto Raptors
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Di Gabriele Ferrara

Mancano solo due settimane e poi l'interminabile attesa - che dura già da ben 112 giorni - sarà finita, visto che il 25 Ottobre finalmente inizierà la regular season NBA 2016-2017, un'annata che promette di essere indimenticabile, con tantissime squadre che hanno cambiato molti elementi. ​Tra queste c'è molta curiosità nel vedere quelle dell'Atlantic Division, eccezion fatta per i Nets, il cui obiettivo primario probabilmente sarà quello di vincere più di venti partite. 

​BOSTON CELTICS

Una delle due favorite per la vittoria di questa Division sono senza dubbio i Boston Celtics, che quest'anno hanno perso Jared Sullinger, David Lee ed Evan Turner, riuscendo però a mettere sotto contratto Al Horford, Jaylen Brown e Gerald Green. L'acquisto del primo assicurerà ai biancoverdi un ottimo rendimento in difesa e grande qualità sotto canestro, con la sua abilità nel giocare in post e nel creare spaziature fuori dal pitturato. Il secondo, scelto lo scorso Giugno al numero 3 del Draft, sarà uno dei punti interrogativi di quest'anno. Le qualità atletiche non si discutono, al contrario delle percentuali al tiro (l'anno scorso giocando con l'università di California ha viaggiato con il 43,1% dal campo e il 29,4% da tre punti), ma i 20 anni ancora da compiere e la capacità di coach Brad Stevens di far fruttare al meglio il talento dei propri assistiti fanno pensare che il ragazzo migliorerà molto già a partire dai prossimi mesi.

Per Green, invece, si tratta di un ritorno, avendo giocato al Garden dal 2005 al 2007 nei suoi primi due anni di NBA. L'ex Miami potrà sicuramente dare un contributo importante alla squadra con la sua esuberanza ed esplosività, ma dovrà dimostrare di essere maturato come uomo. Oltre a loro, Isaiah Thomas sarà chiamato a confermarsi grande giocatore ora che gli allenatori hanno imparato a conoscerlo, mentre Marcus Smart assicurerà grande cattiveria in difesa. Ciò nonostante, quest'ultimo dovrà migliorare molto la sua efficienza offensiva, considerando che l'anno scorso - nonostante i 12 punti di media a partita - ha avuto un rendimento dal campo pari al 36,7%. Importantissimo per i Celtics sarà pure Avery Bradley, uno dei migliori difensori sugli esterni del pianeta. Se riuscirà a rimanere integro fisicamente nel corso di tutto l'anno - magari migliorando ulteriormente il proprio rendimento offensivo, dopo che già nel 2015-2016 ha segnato oltre 15 punti a partita - la sua intensità e la sua personalità potranno aiutare moltissimo la squadra. Con le perdite dei cestisti sopra citati, ci si aspetta un contributo maggiore da parte dei vari RJ Hunter, Terry Rozier e James Young, in una squadra a cui manca - per essere considerata una contender - un grande esterno in grado di assicurare punti dal perimetro e ball-handling di alto livello. ​L'impressione è che il secondo posto ad Est non sia affatto un'utopia, mentre le 50 vittorie sono l'obiettivo minimo per essere soddisfatti.

Fonte immagine: mattlongfield.sportsblog.com
Fonte immagine: mattlongfield.sportsblog.com

TORONTO RAPTORS

#WeTheNorth: questo è stato l'hashtag che la scorsa stagione ha spopolato su Twitter in Canada, conducendo i Toronto Raptors fino alla finale di Conference, persa solo dopo sei partite contro i futuri campioni. Quest'anno non ci sarà Bismack Biyombo - finito ai Magic - così come Luis Scola e James Johnson. In compenso, però, sono arrivati Jared Sullinger e Jakob Poeltl. Il primo, prelevato proprio da Boston, assicurerà ai canadesi tanti rimbalzi e grande forza fisica sotto i tabelloni, mentre il giocatore di Vienna (primo austriaco di sempre nella NBA e scelto al numero 9 del Draft) nei due anni di college a Utah ha fatto intravedere ottime qualità offensive che, unite ai 216 centimetri di altezza, potrebbero fare di lui un prospetto di livello assoluto. 

​Questo sarà anche l'anno della conferma per Lowry e DeRozan, reduci da un 2015-2016 di qualità eccelsa - anche se per lo più in regular season. I due dovranno dimostrare di meritare lo status di campioni che si sono conquistati nel corso dell'annata precedente e di integrarsi con i nuovi lunghi arrivati. Da non sottovalutare poi l'importanza di DeMarre Carroll, che per larghi tratti della scorsa annata ha avuto problemi fisici - operazione al menisco del ginocchio destro - che lo hanno condizionato anche dopo essere rientrato in campo. La sua intelligenza cestistica e la sua completezza saranno un fattore fondamentale per la conferma ad alti livelli di una squadra che, soprattutto se sostenuta dalla second unit (composta per esempio da Patrick Patterson, Delon Wright e Norman Powell), punta a confermarsi come seconda forza ad Est.

fonte immagine: hoopshabit.com
fonte immagine: hoopshabit.com

NEW YORK KNICKS

Dopo 3 anni di purgatorio - per non dire inferno - la squadra della Grande Mela è pronta a vivere una stagione all'insegna del riscatto. Il mercato è stato sicuramente soddisfacente, visto che sono arrivati Derrick Rose, Joakim Noah, Courtney Lee e Brandon Jennings - oltre a Justin Holiday. Sono partiti, invece, Arron Afflalo, José Calderon, Derrick Williams, Robin Lopez, Langston Galloway e Jerian Grant. ​I dubbi, però, sono molti, anzi moltissimi. Se su Derrick Rose ci sono sempre timori sotto il profilo fisico, adesso anche il processo a suo carico rischia di influenzarne il rendimento sul campo, soprattutto nei primi mesi di regular season, durante i quali ci saranno diverse udienze. Lee sembra essere una sicurezza, ma l'ex Memphis non è un "crack", per cui l'esplosione dei Knicks non dipenderà da lui.

Per quanto riguarda Noah, il francese nei primi giorni di training camp è parso carico e adrenalinico come suo solito, ma anche per lui ci sono incognite di natura fisica, visti i recenti problemi alla spalla sinistra. Sarà interessante, poi, vedere come il nuovo coach Jeff Hornacek riuscirà a gestire la distribuzione dei possessi. Il nuovo allenatore della prima squadra newyorchese dovrà essere bravo ad aumentare l'intensità di gioco della squadra (che l'anno scorso ha avuto un Offensive Rating di 104.6 punti, uno dei peggiori della Lega), utilizzando però al meglio anche l'attacco triangolo, oltre ad una gestione del gioco perimetrale che non sarà facile, visto che la presenza ingombrante di un fenomeno come "Melo" Anthony si sovrapporrà a quella del più giovane MVP della storia, senza considerare Jennings, un altro che non ha certo nell'altruismo e nella visione di gioco i suoi punti di forza. ​Inoltre quest'anno dovrebbe essere quello della consacrazione di Kristaps Porzingis, che dovrà dimostrare di essere in grado di giocare al meglio delle sue possibilità con maggior continuità rispetto alla scorsa stagione. L'obiettivo di New York pare dunque essere quello di arrivare ai Playoff, magari senza incontrare una delle prime due teste di serie, con un bottino di 45 vittorie che sarebbe già soddisfacente.

fonte immagine: dailyknicks.com
fonte immagine: dailyknicks.com

PHILADELPHIA 76ERS

Potere ai giovani. Non siamo nell'Europa del '68 ma negli Stati Uniti, in Pennsylvania per l'esattezza. Dopo anni difficili - che purtroppo non è affatto detto che siano finiti - a Philadelphia si ricomincia a respirare un'aria diversa, soprattutto considerando il talento di alcuni componenti del suo roster: da Jahlil Okafor a Ben Simmons, passando per Joel Embiid e Dario Saric. Il primo ha già dimostrato di saper giocare a discreti livelli anche in NBA, mettendo in mostra un talento offensivo sopra la media - soprattutto per quelli che, come lui, sono alti 2,08 m - ma anche delle carenze difensive notevoli (sia sul pick and roll sia nell'attitudine in generale). Per vedere il talento incredibile dell'ala grande scelta al numero uno dell'ultimo Draft, invece, purtroppo ci sarà da attendere, visto l'infortunio procuratosi durante una sessione di allenamento al quinto metatarso del piede destro - prontamente operato - che lo terrà lontano dal parquet almeno fino a Gennaio.

Chi ha già vissuto un lungo calvario nonostante la giovane età è Joel Embiid, terza scelta del 2014, costretto a saltare il primo anno tra i professionisti per una frattura da stress all'osso navicolare del piede destro, operato poi per la seconda volta l'anno successivo. Alto 213 cm, il giocatore di origini camerunensi al College ha dimostrato di essere piuttosto completo: buona difesa, ottimo tiro dalla media distanza e anche in situazione di post. Le incognite sono tutte, o quasi, di natura fisica. ​Altro giovane molto interessante è il croato Dario Saric: il ragazzo di Sebenico sarebe dovuto sbarcare oltreoceano già nel 2013, ma preferì giocare prima al Cibona e poi all'Efes, peraltro con risultati eccellenti - come dimostrano i premi di MVP della Lega Adriatica, MVP delle finali e Most Improved Player, ottenuti tutti nel 2014. Ala grande, dotato di una visione di gioco ed un'abilità nello smistare la palla degna del miglior Draymond Green, l'ex Cibona è anche un ottimo difensore ed è dotato di un tiro dalla media distanza di buonissimo spessore, tutte qualità che lasciano ben sperare che possa essere un fattore anche in NBA. ​Considerando l'approdo ai Sixers di un fenomeno a livello FIBA come Sergio Rodriguez, oltre a quello di Bayless e Jerald Henderson, si capisce come ci siano tutte le premesse perchè questa stagione la squadra di Brett Brown possa arrivare, se non tra le prime otto, almeno a quota 30-35 vittorie.

fonte immagine: en.francais-express.com
fonte immagine: en.francais-express.com

BROOKLYN NETS

Rispetto a quanto detto per i loro "cugini", su cui pure aleggiano alcune nuvole, Brooklyn sembra destinata ad una stagione di transizione.​ Nonostante gli arrivi di Jeremy Lin - che quando torna nella Big Apple dà sempre il meglio di se stesso - Randy Foye e Trevor Booker abbiano rappresentato tre ottimi innesti, i Nets sono una delle squadre con meno talento in tutta la NBA, avendo anche perso i vari Young, Johnson, Jack ed Ellington. ​Quest'estate è arrivato anche Luis Scola, il quale però a 36 anni pare aver iniziato la parabola discendente della propria splendida carriera. L'apporto di Whitehead e McCullough non sembra possa risollevare le sorti della franchigia allenata da Kenny Atkinson, ex assistente di Mike Budenholzer. Probabilmente il talento e la forza fisica di Brook Lopez porteranno qualche vittoria ai Nets, che però rappresenterebbero già una sorpresa se dovessero riuscire a vincerne venticinque.