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NBA Playoffs - Celtics, collettivo al potere. Washington crolla nel finale

La panchina di Stevens, la migliore qualità dei giochi e dell'esecuzione, una maggiore lucidità nel finale le chiavi della vittoria dei Boston Celtics sui Washington Wizards, con Wall che crolla fisicamente e mentalmente alla distanza, lasciando Beal combattere da solo fino alla sirena conclusiva.

NBA Playoffs - Celtics, collettivo al potere. Washington crolla nel finale
NBA Playoffs - Celtics, collettivo al potere. Washington crolla nel finale
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Di Andrea Bugno

"E' stata una partita storica". Ha commentato così, in conferenza stampa, Isaiah Thomas, mettendo il punto esclamativo sulla gara 7 di semifinali di Conference vinta, non senza difficoltà e patemi d'animo, dai suoi Boston Celtics sui Washington Wizards. Una serie che ha visto nettamente comandare il fattore campo, equilibrata per certi versi, sebbene i punteggi non lo dimostrino appieno, decisa da un paio di fattori che attestano, a giusta ragione, la squadra di Stevens su un gradino leggermente superiore rispetto a quella di coach Brooks. Questione di crescita fisiologica, di maturazione, che i Celtics hanno già in parte compiuto, mentre i Wizards non hanno ancora completato. 

26 punti in uscita dalla panchina per un decisivo Kelly Olynyk - SunStar
26 punti in uscita dalla panchina per un decisivo Kelly Olynyk - SunStar

Questo, insieme ad un altro paio di chiavi del tipo tecnico, ma soprattutto fisico e tattico, le motivazioni che hanno permesso a Boston di conquistare l'agognata Finale di Conference. Dopo aver superato a fatica i Chicago Bulls in sei partite, è arrivata la difficilissima serie contro i Wizards: adesso, la domanda che ci si pone nel mondo della NBA, è quante energie residue per contrastare LeBron e compagni abbiano i Celtics, ma questa è un'altra storia. Nella gara 7 del Boston Garden ad emergere sono stati il cuore di due protagonisti inattesi - Olynyk e Smart - e la maggiore lunghezza della panchina a disposizione di Brad Stevens, che ha permesso agli interpreti di casa una maggiore lucidità nelle scelte ed una freschezza atletica che ha fatto la differenza, in difesa, nei momenti cruciali dell'incontro. Tuttavia, per analizzare i passaggi chiave della decisiva gara 7, è necessario riavvolgere il nastro e partire dal principio. 

Thomas confuso, Washington in controllo - La stessa freschezza che, nei primi 30 minuti di gara, ha invece premiato gli ospiti, capaci di azzannare difensivamente Thomas, costringendolo spesso a prendere decisioni errate: la poca fiducia nel suo tiro da mid-range ha costretto i Celtics ad uscire spesso dai giochi, frustrati dalle scelte difensive dei Wizards che hanno spesso pagato dazio soprattutto sui pick&roll. L'aggressività di Beal e Wall, in marcatura su IT, sembrava poter fare la differenza anche a lungo andare, ma l'energia e la benzina degli ospiti è andata consumandosi eccessivamente, dal punto di vista fisico ed altresì mentale. Dalla buona difesa è scaturita una altrettanto buona percentuale di transizioni offensive, che hanno permesso al duo di guardie ospiti di correre in contropiede come voleva Brooks alla vigilia, aprendo il campo per le soluzioni perimetrali di Morris e Porter che non hanno mancato un colpo. Il vantaggio, all'intervallo, con Boston in leggerissima difficoltà e soprattutto in confusione, non ha reso sufficiente merito allo sforzo profuso dagli ospiti, con il margine di due punti che non è servito a costruire un fortino sul quale erigere le basi per una eventuale vittoria. 

La grinta, l'energia, di Marcus Smart - FOX 5 DC
La grinta, l'energia, di Marcus Smart - FOX 5 DC

La musica non sembra cambiare nella ripresa, quantomeno nei primi minuti, quando è Beal a caricarsi sulle spalle i suoi, con Bradley incapace di trovare le chiavi per fermare la sfuriata del 3 avversario. Dalla parte opposta, la confusione sfocia nelle forzature di Crowder e dello stesso Avery Bradley, stranamente fuori partita. Washington allunga, seppur di poco, lanciando messaggi minatori al Garden intero. Thomas fatica, ancora di più, andandosi spesso a schiantare sugli aiuti senza trovare facili linee di passaggio o di tiro. Si scollina oltre la metà del terzo periodo, con i Wizards apparentemente in controllo: Wall gestisce alla perfezione i ritmi, alzandoli a piacimento e gestendoli quando necessario, armando la mano di un Beal in formato extra lusso. Tutto sembra apparecchiato per il clamoroso upset, quando è Stevens a cambiare l'inerzia della sfida. 

Il cuore e la grinta dei gregari, la lunghezza della panchina - Se da una parte, Brooks si gira verso la panchina e trova il vuoto, o quasi, con Bogdanovic, Smith, Mahinmi e Jennings che non rispondono alla chiamata del coach risultando deleteri e confezionando soli 5 punti in blocco, dalla parte opposta Brad Stevens pesca i due jolly che permettono ai Celtics di scuotere l'ambiente e di imprimere la sferzata necessaria di adrenalina e di energia che fa letteralmente esplodere la polveriera del Garden. Sono infatti Marcus Smart e Kelly Olynyk a suonare la carica per Boston, con il primo che in difesa mette un freno agli istinti assassini di Beal ed il secondo che veste i panni di un Bird d'annata in attacco. I padroni di casa prima trovano l'energia per chiudere il margine di cinque lunghezze, poi, sotto di tre, a due minuti dalla fine del terzo quarto, piazzano il break che spacca in due la contesa. 

La gioia finale dei Celtics, con i tre protagonisti assoluti della vittoria - TheHour
La gioia finale dei Celtics, con i tre protagonisti assoluti della vittoria - TheHour

L'entusiasmo generato dalle giocate difensive di Smart sfocia, in attacco, in una ritrovata fiducia e convinzione, che si tramuta nelle triple, quattro di fila, che a cavallo degli ultimi due quarti decidono la contesa: Thomas prima impatta, poi mette la freccia, riuscendo a non farsi imbrigliare più nella gabbia dei Wizards, scoccando le proprie frecce da oltre l'arco senza ingarbugliarsi nella terra di mezzo. Smart, in trance agonistica, piazza la tripla del più sei, con Washington che inizia a dare i primi segni di cedimento. Il body language di John Wall spiega praticamente tutto: molle, quasi indolente, in realtà completamente scarico di qualsiasi energia il leader emotivo e carismatico dei Wizards, che si trascina stancamente verso la fine dell'incontro affidandosi all'unico compagno in grado di mantenere un livello assoluto di concentrazione e soprattutto di agonismo, Beal. I trentasette finali della guardia dei Wizards però non bastano, perché dalla parte opposta la difesa dei ragazzi della Capitale si concentra quasi solo ed esclusivamente su Thomas, aprendo il campo per le conclusioni, mortifere, di Olynyk, che nel finale sale al proscenio infilando ripetutamente la retina ospite, permettendo così ai Celtics di confermare il vantaggio acquisito e di condurre in porto la vittoria.