Juventus: il 3-5-2 è ancora una soluzione possibile?

La recente débacle della Juve a Firenze ha posto dei dubbi sull'assetto tattico dei campioni d'Italia. Il ricorso al 3-5-2, modulo di origini contiane, potrebbe essere diventato obsoleto per l'attuale repertorio tecnico-tattico dei bianconeri.

Juventus: il 3-5-2 è ancora una soluzione possibile?
Il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri. Foto: Twitter
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Di Juri Modugno

Nell'ultima gara di campionato contro la Fiorentina, persa 2-1, la Juventus ha riproposto il vecchio schema del 3-5-2 con il ritorno della BBC (stiamo parlando, ovviamente, di Barzagli, Bonucci e Chiellini) nel reparto arretrato e con lo spostamento di Alex Sandro come esterno di centrocampo. Tale scelta da parte di Allegri è dovuta dalle assenze in difesa che hanno impedito l'utilizzo della linea a quattro. Il ritorno al vecchio schema tattico ha lasciato discutere molto, anche perché la Signora ​ha svolto grandi prestazioni con l'utilizzo del suo nuovo assetto: il 4-3-1-2, con Pjanic messo alle spalle delle punte.

In fase difensiva, il 3-5-2 è stato lo schema perfetto della Juve delle ultime cinque stagioni: un sistema di gioco collaudato ottimamente già da Antonio Conte, il quale ha saputo sfruttare le doti tecniche del trio composto da Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini. I tre difensori bianconeri sono stati i migliori interpreti della fase difensiva impostata dal tecnico salentino e così, grazie alla grande intesa e alle loro qualità tecniche, hanno formato la difesa più forte del campionato italiano. In seguito all'arrivo sulla panchina di Madama​, Massimiliano Allegri ha continuato ad usare le tattiche di gioco del suo predecessore, affidando anch'egli il reparto arretrato ai tre giocatori azzurri, eccezion fatta per la seconda parte di stagione dell'annata 2014/15, dove ha rispolverato il caro trequartista, peraltro con risultati notevolmente positivi. 

Il 3-5-2 è uno schema che non viene molto utilizzato in campo internazionale, ma alla Juve ha sempre funzionato soprattutto grazie alle doti dei suoi giocatori. Il modulo di gioco, prediletto prima da Conte e poi da Allegri, ha prodotto grandi risultati soprattutto per come veniva costruita la fase difensiva. Il tridente costituente la difesa bianconera era così composto: Chiellini posizionato leggermente a sinistra, il quale poteva allargare anche il gioco sugli esterni; Barzagli a destra, il quale comunicava spesso con Lichtsteiner che ricopriva la posizione di esterno destro. Lo svizzero, in fase di non possesso, aveva anche la possibilità di arretrare diventando un quarto difensore. Per ultimo, Bonucci stazionava come il più classico dei centrali della retroguardia, il quale molto a volte riesce a trovare anche lo spunto per iniziare a costruire delle azioni d'attacco.

La BBC è la principale garanzia del reparto arretrato bianconero. Foto: Goal.com

Lo schieramento con la difesa a tre è perfetto per poter far giocare insieme la BBC, i quali giocano praticamente a memoria e gestiscono alla grande le fasi nelle quali bisogna neutralizzare le incursioni avversarie. Nel corso della stagione in corso, i tre difensori juventini non hanno speso molti minuti insieme a causa degli infortuni che hanno colpito tutti e tre i protagonisti. I giocatori arrivati nelle ultime due stagioni che sono stati impiegati nello schema contiano hanno avuto delle difficoltà per recepire il sistema di gioco della Signora​. Per questo motivo, Allegri ha dovuto cambiare qualcosa optando per il 4-3-1-2. Il nuovo modulo di gioco è più consono per giocatori come Rugani, il quale è cresciuto molto tatticamente e potrebbe diventare il baluardo della difesa del futuro, o Alex Sandro, la cui posizione da terzino contribuisce molto anche nell'impostazione della fase offensiva. Il vecchio (ma nuovo) schema ha portato dei miglioramenti anche in fase offensiva poiché, grazie all'impiego sulla trequarti di Pjanic, gli attaccanti ricevono molti più palloni provenienti dalla metà campo e le azioni di gioco sono meno disordinate. Con il nuovo sistema i pentacampioni d'Italia sono migliorati molto dal punto di vista estetico con la presenza di azioni di squadra e non spunti di singoli giocatori.

Fermandoci sulla partita di domenica scorsa, il ritorno alla difesa a tre è stata una scelta forzata da parte di Allegri poiché aveva gli uomini contati nel reparto arretrato. Il tecnico livornese ha commesso sicuramente degli errori tattici nel corso dell'incontro ma non c'è molto da rimproverargli sulle scelte iniziali. Una cosa è certa: l'attuale organico del club torinese non ha più gli elementi adatti per un ritorno al 3-5-2 e nella serata di Firenze è stato messo bene in luce tutto ciò. Dal punto di vista difensivo in realtà il ricorso al vecchio modulo è ancora possibile anche perché Rugani, per citare un esempio, ha lavorato molto bene al fianco dei suoi compagni di reparto più esperti e potrebbe raccogliere l'eredità di un Barzagli o un Chiellini nel prossimo futuro.

Se andiamo ad analizzare il gioco sulla metà campo la posizione a riguardo cambia: infatti, col 3-5-2 le manovre delle Zebre ​sono disordinate poiché nella metà campo viene a mancare quell'interprete che riesce a mantenere il possesso del pallone e a portare a termine le incursioni; col 4-3-1-2, invece, i giocatori della Signora ​costruiscono il gioco più intensamente. Andando più nel vivo del discorso, quando​Madama ​gioca col secondo schema, aumenta l'efficienza in fase di costruzione poiché il trequartista riesce a collegare il centrocampo con l'attacco; inoltre, le azioni dei piemontesi si intensificano anche sugli esterni grazie alle grandi accelerazioni di Sandro e Sturaro i quali sono fondamentali anche in fase di non possesso. Per concludere, dunque, possiamo dire che il 3-5-2 non è più un assetto tattico comparabile alle attuali esigenze tecniche della squadra campione d'inverno.

Daniele Rugani può raccogliere l'eredità della retroguardia juventina. Foto: Tuttosport