Una vittoria brutta ma fondamentale

La Juventus regola di misura un Genoa mai realmente pericoloso sotto porta ma capace di tenere bene il campo. La cura Ballardini sembra funzionare per i genoani. Intanto Allegri si rivela parzialmente profetico. La Juventus soffre pur non subendo un tiro in porta ma vince una partita necessaria per restare in scia del Napoli.

Una vittoria brutta ma fondamentale
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Di Lorenzo Pietroletti

Quasi una partita fotocopia rispetto alla trasferta cagliaritana. Stesso risultato, meno patemi d'animo per portare a casa una vittoria fondamentale per la classifica. Di nuovo, la vittoria di misura permette alla Juventus di tornare a meno uno dal Napoli. Bastano sedici minuti ai bianconeri per portarsi in vantaggio con Douglas Costa che apre e chiude l'azione. Prima perde palla, poi la recupera e da terra passa a Mandzukic. Dopodiché l'inserimento sul primo palo a beffare Perin. Da lì in poi, tanta confusione in fase d'attacco con un Higuain volto più al sacrificio difensivo che non a segnare. Una buona prestazione quella del Pipita, sotto gli occhi di Sampaoli.

Un dato che balza all'occhio è quello legato all'inoperosità di Szczesny, mai impegnato per tutta la partita se non per qualche uscita alta. Analizzando i lati positivi che trascendono i tre punti, continua la quadratura difensiva della Juventus, ad oggi colta in fallo solo dall'ex Caceres, rispetto al match contro al Sampdoria. Molta concentrazione nel reparto arretrato, aiutato anche da un centrocampo attento in fase di interdizione. Anche con l'ingresso di Galabinov ed il conseguente cambio modulo del Genoa al 3-4-3, la Juventus non si impensierisce più di tanto. Attaccano i rossoblu, controllano la palla molto di più a partire dal secondo tempo ma, parallelamente, la difesa juventina interrompe ogni manovra offensiva riconquistando la sfera.

Ed è qui che la situazione cambia diametralmente. Nonostante un Genoa ben messo in campo, Costa segna alla prima azione, facendo subire al grifone il primo gol in trasferta da quando Ballardini siede in panchina. Da lì in poi, il Genoa va in cerca di un insperato pareggio, lasciando il fianco scoperto ai contropiedi della Juventus. L'imprecisione regna sovrana, sia nell'ultimo passaggio sia nel tiro finale. Pjanic, Khedira e Matuidi calciano sempre malamente, centrando solo una volta la porta con il tedesco, visibilmente sulle gambe e costretto ad uscire anzitempo per far posto a Sturaro, causa infortunio. Dopo le soste, quest'anno la Juventus non aveva mai guadagnato un punto. Avevamo già analizzato le insidie che portano i ritorni in campo e di questo ne era conscio anche Allegri che aveva dichiarato:"Ci sarà da soffrire". Così è stato, caro Max. Ma solo in parte.