Musica - Dargen d'Amico presenta a Sto Magazine il live del suo ultimo disco, "Variazioni"
Dargen d'Amico. Fonte: http://www.hano.it

È sicuramente una delle scheggie impazzite della scena rap italiana. Dargen d'Amico per l'ennesima volta ha composto un album che esula completamente da qualsiasi tendenza che stia andando di moda al momento nel mondo del rap italiano. Anzi, è andato a comporre il suo ultimo disco, ovvero "Variazioni", proponendo delle basi musicali con soli strumenti veri e con il pianoforte di Isabella Turso a farla da padrone. Un vero e proprio rivoluzionario Dargen, che però ha coinvolto in una traccia, ovvero "Il ritorno delle stelle", tre rapper che invece sono nel pieno delle nuove sonorità trap e hip-hop, ossia Tedua, Rkomi e Izi, facendoli rappare appunto su una base musicale completamente diversa rispetto a quanto sono abituati. I risultati, musicalmente parlando, sono stati straordinari e ora Dargen si appresta a portare in live questa sua opera, accompagnato ovviamente da Isabella. A Sto Magazine, nella rubrica Sto Live, l'ex membro dei Club Dogo spiega, insieme alla pianista e al suo manager Francesco Gaudesi, il suo modo di gestire gli show e il disco.

Dargen parla di quando ha inziato a scrivere: "Ho cominciato molto presto a scrivere. Ho avuto la fortuna di avere alle elementari la maestra Angela, che ci dava un'ora alla settimana per comporre. Ho incominciato lì e poi non ho mai smesso."

Il rapper poi spiega cosa lo ha spinto a comporre un album così sperimentale come "Varizioni": "Ho ritenuto necessario in questo momento provare a sentire come suonava la mia voce sul pianoforte, su degli strumenti veri e con in studio delle persone reali e iniziare a recepire qualcosa che sentivo mancarmi. Forse è la prima volta nella mia volta nella mia vita in cui ho chiuso un disco e avrei già voglia di scriverne un altro."

Sulla scelta di Isabella Turso al pianoforte, strumento che accompagna tutte le tracce del disco: "Isabella Turso perchè è unica. È nata così, lei ha iniziato a farmi sentire dei brani che erano troppo belli per farci sopra del rap. Nel momento in cui sento un brano e cerco di capire quello che posso fare ho bisogno di sentire un po' di materia, quindi magari la nota imperfetta, piuttosto che un' altra e che è una cosa molto fisica ed è un feeling che a me effettivamente mancava. Mi stava stancando la freddezza del digitale."

La stessa musicista racconta come ha incontrato la strada di Dargen d'Amico: "Il primo incontro con Dargen fu durante una cena di beneficenza e io avevo l'intenzione di parlare proprio con lui, volevo tartassarlo per fargli capire cosa avevo in mente, perchè avevo espresso il desiderio di realizzare qualcosa con lui. Con un rapper in realtà ma, non avendo grande cultura a riguardo, ho trovato in lui la persona ideale per realizzare la mia idea. Mi scrisse da lì a poco per dirmi che mancavano soltanto le parole, così è partito tutto."

Isabella parla poi delle difficoltà incontrate nell'assemblaggio del disco: "Durante la lavorazione del disco avevo dei dubbi, così come Dargen, possiamo dirlo entrambi. Però lo scontrarci su certi aspetti ci ha avvicinato ancora di più, per quello posso dirti che sono molto orgogliosa di questo lavoro e di averlo fatto con lui. Le mie aspettative sono state ampiamente superate."

Isabella Turso e Dargen d'Amico. Fonte: http://static.panorama.it
Isabella Turso e Dargen d'Amico. Fonte: http://static.panorama.it

Francesco Gaudesi spiega l'evoluzione della sua collaborazione con Dargen: "Ho iniziato come beatmaker, uno dei primi pezzi che ho fatto con Dargen è "Tana 2000", che è dentro "Mi Fist" (primo album degli ormai Club Dogo, ex Sacre Scuole ndr) e quindi il mio rapporto con Dargen si è evoluto. Prima ero solo fonico e beatmaker, adesso faccio anche un lavoro di gestione e management sui suoi progetti."

Su come si sia evoluta l'organizzazione dei live: "Gli show che sono stati fatti sono qualche centinaio e penso che la cosa più ovvia sia l'approccio più professionale nella gestione totale dello show, nella formulazione della scaletta, sia poi nella performance, quindi c'è uno studio precedente, c'è studio di respirazione, di canto, tutte cose che nel pionerismo precedente erano a noi sconosciute."

Dargen racconta poi il suo metodo per esibirsi: "Io quello che faccio è riprodurre naturalmente l'atteggiamento che ho quando scrivo, quando sto lavorando a un brano. Dal vivo provo a riprodurre ciò che mi accade, abbastanza sinceramente, chiaramente non fino in fondo."

Sui miglioramenti del rapper durante le esibizioni: "Credo di essere più costante nei brani dal primo all'ultimo. Inizialmente ero più lunatico, se avevo una giornata storta partivo maluccio, ora sono più insensibile a ciò che accade fuori e riesco a fare le mie cose. Ecco adesso mi stai facendo un'intervista prima di salire sul palco e un po' di ansia me la stai mettendo (scherzando, ndr)."

Dargen d'Amico parla poi di come veda la musica dal vivo più in generale: "Mi piace moltissimo la musica dal vivo, ma mi piace in qualsiasi modo. Dal live allo stadio se sono con il pubblico giusto, ai live picolissimi con 20/30 persone. Uno dei live più belli della mia vita fu in un teatro in Piazza Vetra, Teatro Versace. Non ero stato invitato alla serata, ma mi imbucai e ci fu un live di Prince, mi viene da piangere a ripensarci, il concerto piccolo più bello della mia vita."

Sulle performance attuali: "Per quanto riguarda la performance mi trovo benissimo così, in questo momento mi trovo a mio agio con i musicisti con cui faccio i live ed è una dimensione che mi stimola, non cambierei nulla. Anzi, me la prenderei con il mio vecchio me per non averci pensato prima."

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