Rio 2016: la Germania schianta 4-0 il Portogallo ed approda alle semifinali

Quattro marcatori diversi, gioco mnemonico e solidità fisica: sono queste le chiavi del successo. I tedeschi ora affronteranno i vincenti di Nigeria-Danimarca, opzionando di fatto la finale. Male, nonostante la tanta voglia, il Portogallo, uscito con le ossa rotte in ogni settore del gioco.

Rio 2016: la Germania schianta 4-0 il Portogallo ed approda alle semifinali
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Di Antonio Abate

Rotondo poker della Germania che, senza mai subire, annichilisce un Portogallo davvero impotente. Per i tedeschi reti di Gnabry, Ginter, Selke e Max, semifinali assicurate e medaglia olimpica nel mirino. 

Lusitani che scendono in casa adottando un offensivo 4-2-3-1: davanti Varela difesa a quattro con Fonseca, Edgar Ie, Figuereido ed Esgaio, mentre in mediana si piazzano Relvas Oliveira e Tomas Podstawski, gioiellino classe '95 del Porto. Dietro l'unica punta Agra, folta trequarti formata, da destra a sinistra, da Martens, Fernandes e Mane. Stessa disposizione tattica per i teutonici, che scelgono Toljan, Ginter, Sule e Klostermann a protezione del portiere del Colonia Timo Horn. A centrocampo il CT Hrubesch piazza i fratelli Lars e Sven Bender, mentre a sostegno di Davie Selke partono Brandt, Meyer e l'esterno scuola Gunners Gnabry.

Gara subito pimpante da parte del Portogallo, che impegna immediatamente Horn al 1' grazie ad una bella conclusione di Carlos Mane. Nessun problema, comunque, per il ragazzone tedesco, preciso anhe quattro minuti dopo su un tentativo provato da Serge Gnabry. Al 6' è invece Varela a scaldare i propri guantoni, impedendo la marcatura personale al mediano Bender, pronto al momento di tentare un'iniziativa personale. Le emozioni di gara si susseguono con celerità: sia Germania che Portogallo, infatti, giocano un calcio rapido e verticale, giungendo immediatamente alla conclusione. Lapalla  più nitida della prima frazione di tempo capita sui piedi di Selke che, servito al 15' da Toljan, non riesce però ad inquadrare lo specchio mandando alla sinistra di Varela la propria idea. Bel passaggio del terzino tedesco, poco lucido invece l'attaccante dell'RB Lipsia, davvero impreciso anche alla sua seconda occasione di gara, capitatagli al minuto ventuno: assist illuminante di Julian Brandt e palla fuori davvero di poco.

Il laterale di scuola Leverkusen è forse il più in forma tra i ventidue presenti e, al 27' e dopo un bel dialogo con un compagno di squadra, conclude sibilmente in porta trovando però una davvero bella parata di Bruno Varela. Alla lunga salgono comunque i tedeschi, più in palla e di sicuro meglio organizzati tatticamente, come si evince d'altronde dalla rete di Davie Selke, annullata per offside ma frutto di una buona trama di gioco. Il Portogallo non ci sta a subire, proponendo nella parte finale di frazione un calcio offensivo ed un pressing altrettanto propositivo: tale atteggiamento porta i lusitani a creare la più netta azione del quarto di finale con il neo-entrato Ramos che, al 41' e dopo una bella azione personale, sgancia un bolide su cui Horn è prodigioso. La Dea Bendata non sembra voler aiutare dunque il Portogallo, danneggiato e beffato incredibilmente ad una manciata di secondi dal duplice fischio e a causa di una rete da bomber puro insaccata da Gnabry, freddissimo nel piazzare il pallone dietro Varela capitalizzando così al massimo l'assist di Lars Bender. Primo tempo che si conclude dunque sullo 0-1 per i tedeschi.

Il secondo tempo si apre con un bolide dai 25 metri di Bruno Fernandes e con il pallone che però vola altissimo sopra la traversa. Poco male, comunque, per la Germania, vicinissima al 2-0 sempre con lo sfortunato Selke al 56', il cui tiro viene intercettato, e con Gnabry un minuto dopo, su cui si supera Varela. I ragazzi di Hrubesch hanno nelle loro mani il totale controllo del match e le tante occasioni mancate non ne intaccano la foga ma, anzi, fungono da propulsore per spingere ancor di più. Tale inclinazione porta i teutonici a raddoppiare, su calcio d'angolo, e grazie ad un magnifico colpo di testa di Ginter al 57', abile a svettare su tutti i giocatori avversari. Portogallo alle corde, Germania sugli scudi. La rete subita ammazzi i lusitani, che iniziano praticamente ad imbarcare acqua senza più creare reali pericoli. Il collettivo teutonico fa praticamente quel che vuol in campo, arrivando al tiro con molti interpreti presenti sul  rettangolo di gioco.

Al 74' bellissimo tiro di Promel, subentrato a Bender, ma tiro deviato. La mancata conclusione in rete è però solo il preludio a un gol giunto, puntuale, dieci minuti dopo. Autore del 3-0 è proprio Davie Selke, finalmente in rete dopo le due occasioni fallite del primo tempo ed il gol annullato. L'attaccante tedesco non si fa ipnotizzare da Varela, sfruttando l'ottimo passaggio del compagno Meyer e concludendo così una bellissima azione corale dei suoi compagni.  L'unico lampo lusitano di un secondo tempo praticamente invisibile lo si registra al minuto ottantasette, quando Mane viene stoppato da un'ottima uscita di Horn. Il tentativo non scombussola affatto gli avversari, dilaganti poco dopo grazie alla quarta rete di gara siglata, questa volta, dal neo-entrato Philipp Max. Ancora una volta dunque si evidenzia la bontà dei cambi optati dal CT tedesco, davvero abile a leggere in corsa il quarto di finale. La gara, dopo il 4-0, non regala altre emozioni, concludendosi dopo due minuti di recupero.

Una Germania perfetta, tonica e micidiale. Un Portogallo al contrario propositivo ma friabile. Tutto quello visto nelle gare precedenti non è stato riproposto, in questi quarti, dai lusitani, indubbiamente talentuosi ma forse davvero troppo inferiori ai diretti rivali. I tedeschi non hanno mostrato, infatti, segnali negativi, rivelandosi perfettamente solidi dietro e tatticamente irreprensibili. Se poi ad una base del genere aggiungi gioielli di assoluto livello quali Selke, Gnabry e Brandt, ecco che il cocktail diventa veramente esplosivo. Migliore in campo per il Portogallo, Varela. Per gli ospiti in evidenza proprio l'esterno Brandt. 

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About the author
Antonio Abate
Studio Filologia Moderna a Salerno. Sogno di diventare un giornalista e/o un telecronista sportivo. Direttore Generale di Vavel Italia nonché socio fondatore di TAGS Soc. Coop. Vorace lettore.