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La rinascita della Roma ha un nome e un cognome: Lorenzo Pellegrini  

Dopo il derby, solo vittorie per i giallorossi. Con un Pellegrini in più, riuscirà Di Francesco a imprimere ai suoi la giusta continuità per poter ambire ai piani alti del campionato?

La rinascita della Roma ha un nome e un cognome: Lorenzo Pellegrini  
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Di Gianluca Ciuffi

Dopo la vittoria del derby, sembra tutta un’altra Roma. I ragazzi di Di Francesco sembrano aver cambiato marcia. Dzeko ora funziona: sono quattro i goal messi a segno nelle ultime tre partite. Under sembra dare la giusta imprevedibilità al reparto offensivo e Pellegrini è sempre più padrone del centrocampo. Proprio quest’ultimo, è la vera sorpresa della mediana giallorossa. “Romano de roma”, come De Rossi e Florenzi, è cresciuto praticamente nei campi di Trigoria, dai pulcini fino alla prima squadra, con la breve parentesi dell’Almas, tra il 2003 e il 2005. In passato faceva l’attaccante e si ispirava all’aeroplanino Vincenzo Montella. È proprio l’allenatore napoletano a cambiargli ruolo, schierandolo davanti alla difesa. Poi  i problemi cardiaci, che tengono Lorenzo lontano più di tre mesi dai campi da calcio.

Il passaggio a Sassuolo, con Di Francesco allenatore, segna la sua vera e propria consacrazione. Mezz’ala devastante in un centrocampo a tre colleziona, in sole due stagioni, ben 47 presenze e 9 goal. Diventa perno del centrocampo dell’under-21 di Di Biagio con cui colleziona una medaglia di bronzo negli Europei di Polonia 2017. Il ritorno alla Roma è strettamente connesso all’arrivo del tecnico pescarese in città, dopo l’addio di Spalletti. 33, sono le presenze collezionate nello scorso anno, 4 le reti messe a segno. Centrocampista dinamico, fa delle verticalizzazioni e degli inserimenti il suo punto di forza. Vero e proprio centrocampista moderno, ha rilanciato la Roma dopo un periodo difficile, con un derby giocato da vero e proprio leader e impreziosito proprio da un suo goal di tacco.

Mancini lo considera elemento portante della sua nazionale: due convocazioni su due da quando c’è il tecnico in panchina. La domanda ora è implicita: con un Pellegrini così, con un ritrovato Dzeko e con l’esperienza dei veterani Nzonzi e De Rossi, la squadra è veramente completa? È pronta a tenere il passo di Juve e Napoli? Per ora la classifica dice di no, i bianconeri sono lontani ben dieci punti. Nulla però è detto, sono passate solo otto giornate. Il campionato è ancora lungo e, con la giusta quadratura, gli uomini di Di Francesco possono ancora dire la loro. Tutto dipenderà dalla continuità che dimostreranno di avere durante l’arco della stagione. Alti e bassi così drastici, come nelle prime giornate, non sono ammissibili. Difficile ripetere i risultati dello scorso anno, con un terzo posto e una semifinale di Champions. Di Francesco è fiducioso e nell’ambiente della capitale sembra essere tornato il giusto entusiasmo. Nelle retrovie sta sbocciando anche un altro Pellegrini, Luca. Esordio con l’Empoli, ha come idolo Gareth Bale. Fa il terzino e chissà se il futuro gli riserverà proprio la stessa metamorfosi e la medesima classe del gallese. Quel che è sicuro è che la Roma continua a sfornare giovani dal suo settore giovanile e i due fratelli Pellegrini sono solo l’ultimo esempio di una lunga serie. Tutto sta nel vedere se questo giusto mix di giovani e “anziani” potrà dare i risultati sperati. Dopo la sosta ci sarà un bel banco di prova: Spal, Cska Mosca e Napoli in una sola settimana. Lì, solo il campo saprà dare le dovute riposte.