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Roma, Spalletti tra Chievo e Juve

Il tecnico presenta l'anticipo della 37esima giornata di A, Roma di scena sul campo del Chievo.

Roma, Spalletti tra Chievo e Juve
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Di Johnathan Scaffardi

Vincere, per mantenere una lunghezza di margine sul Napoli e di fatto blindare il secondo posto. Vincere, per avvicinare la Juventus e colorare la domenica di A di ulteriore interesse. Anticipo delle 18, a Verona, Spalletti bussa alla porta del Chievo, forte del recente successo sulla Signora e noncurante delle voci che ne dipingono altrove il futuro. Non c'è spazio per panchina e mercato, l'attenzione è rivolta all'imminente impegno di campionato, nei pensieri del tecnico solo Maran, rivale di giornata e architetto del Chievo delle meraviglie. Dzeko e Nainggolan sono a disposizione, Spalletti ritrova le sue pedine, sfoglia la margherita. 

Nessun calo di concentrazione, ma una sfida di certo non accomodante. Spalletti non culla propositi di gloria, analizza realisticamente la situazione "C’è il rischio di trovare una squadra forte che crea problemi. Il Chievo ha messo in difficoltà le squadre più forti, ha mostrato velocità e qualità. Il rischio è quello. Io ho detto ai miei che vanno vinte tutte e quello è il mio punto di vista per arrivare secondiCon Chievo e Genoa ci rigiochiamo le due partite con il Porto. Lo scudetto lo vince giustamente la Juventus, che ha fatto grandissimi numeri e gli si riconosce il merito. Noi per sperarci dobbiamo vincere queste due partite e ci proveremo così. Prima quando mi sono fermato al cancello per gli autografi, è tutta la settimana che mi chiamo “Chievo rombo” e ho rischiato di firmare così, perché non si parla di altro. Giocare la Champions è una delle cose più belle del calcio".

Chiudere alle spalle della Juventus è fondamentale per dare un senso alla stagione, cancellare il tarlo del fallimento e nobilitare un percorso di alto profilo, ma incompleto. Pesano le incertezze europee "Parlare di delusione è eccessivo. Questa partita ci può liberare di qualche brutto risultato e da qualche rimorso. Siamo tutti proiettati verso il secondo posto, abbiamo sempre lottato a denti stretti e non vogliamo perdere questa occasione".

Non manca un pensiero a Totti. Siamo al tramonto di una carriera straordinaria, Spalletti tende la mano al capitano, alla leggenda "Lui è il simbolo della nostra squadra, è una leggenda. In qualsiasi modo si voglia vedere la Roma si trova Totti. Io lo devo trattare però come uno normale e devo fare delle scelte che a volte l’hanno penalizzato. Questo mi dispiace. Io devo pensare però a vincere e per questo devo ragionare sulla gestione di Francesco". 

Il tecnico, infine, rigetta le accuse. Qualche passo falso naturale in un lungo tragitto, battute d'arresto nell'ordine delle cose, pronta, spesso, la reazione. Il carattere della Roma piace a Spalletti, la squadra risponde ai momenti di difficoltà, ha una fisionomia definita "Quest’anno abbiamo vinto per la prima volta tutte le partite con Milan e Inter. Abbiamo perso punti con l’Empoli ma poi abbiamo recuperato da altre parti. Guarda il Crotone, che ha perso sempre e poi si sono ricompattati grazie anche al pubblico. Avere queste inversioni di tendenza e per lottare tutti verso la stessa direzione, ti consente di mostrare le tue qualità. Ci sta di perdere punti ogni tanto. Quelle che abbiamo perso non ci hanno disturbato. Se non vincevamo quelle che abbiamo vinto era uguale. Con la Juve avevo vinto solo una volta in Coppa Italia con Okaka, Rosi e Tommasi e avevo vinto perché nevicava. Sono numeri importanti, segno che la squadra è stata sempre sul pezzo e si è costruita la strada per l’obiettivo. Queste sono le partite che ci possono dare la felicità. Ogni tanto abbiamo lasciato per strada risultati che ci rendono tristi, questa partita può spazzare via la tristezza".

"Si deve programmare il futuro partendo dalla vittoria di domani", archivia così, Spalletti, la conferenza. 

Fonte dichiarazioni Gds